
Se n’è andato un amico. Silvano Condò. Geometra, di origini politiche socialiste era transitato nel Partito Popolare per convergere nel centro cristiano democratico nel centrodestra. Era una persona brava e dotata di quella che appare una bontà autentica. E spiace adottare, come spesso accade in questi casi, espressioni che appaiono retoriche.
Consigliere comunale dal 1996 al Duemila è stato presidente della commissione urbanistica e della Guidonia possibile si è sempre interessato con lo spirito pionieristico che fu dei padri fondatori della comunità di Guidonia.
Silvano aveva una visione umanitarista della politica e nell’occuparsi della cosa pubblica era permeato della cultura della solidarietà e del pragmatismo. Insensibile ai sofismi intellettualistici trovava in intellettuali pop come Vittorio Sgarbi una grande ventata di libertà.
Silvano era un uomo che ascoltava, il suo era un atteggiamento di resilienza nei confronti delle intemperanze degli altri ma con lo sguardo sempre attento, felice nel cogliere elementi di verità negli altri. Mai assolutistico, la sua era sempre una posizione di apertura e possibilista. Le ragioni della pratica consistenza delle cose arrivavano sempre prima dei principi astratti. Era entrato nel centrosinistra cogliendo una contingenza storica unica ed eccezionale quando tra il Novantasei e il Duemila governava la città, la Provincia, la Ragione e l’intero paese. Se ne era discostato riscontrando una fase nuova dove “il fare” poteva aver luogo in altro ambito.
La sua potrebbe essere assimilata al sentimento morale di questa città. Aperto, solidale, sempre curioso delle novità era anche sospinto da un sano spirito imprenditoriale che vedeva nella crescita economica il bene. Sostenitore della Roma, mai però fino a diventarne un tifoso acerrimo. Era difficile vedere Silvano arrabbiato. Se aveva una buona cosa da dire la diceva, se non ce l’aveva se ne stava zitto e te ne accorgevi col suo sorriso sornione.
Le vicende politiche cittadine degli ultimi venti anni lo hanno visto in posizione riparata dalla ribalta. Non mancava di dare segnali di sé. Ma partecipava solo sentimentalmente ai momenti decisionali, sia quelli importanti che quelli marginali. La politica effettiva era troppo carica di procedure compromissorie per corrispondere alla sua ideologia del fare.
Resterà nella mente di chiunque lo abbia conosciuto. Addio.
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