I tre consiglieri del Polo Civico annunciano le dimissioni in conferenza stampa al loro posto subentrano tre giovani
Le vere ragioni della decisione, dal carattere simbolico apparentemente forte, non si capiscono. Manca il rapporto causa-effetto. Manca la conseguenzialità logica. Insufficiente il presupposto esistenziale.
Siamo nell’ambito delle apparenze e delle dichiarazioni. Ed il luogo logico dell’ “apparenza” si giustifica per il fatto che quando sussistono delle dimissioni in massa c’è sempre un ‘non-detto’. (Si tratta di una deduzione epistemica. Qualcosa che si asserisce come asserto, sulla base di una miriade di altre esperienze ma anche sulla mancanza di un presupposto logico alle dimissioni).
Al di là della dichiarata ferma opposizione alla maggioranza del Movimento Cinque Stelle non è ben chiara la manovra per cui un gruppo dirigente solido, maturo, ben stimato, debba dare le dimissioni in blocco. E l’argomentazione del favorire le nuove generazioni, pur bella e lodevole, non convince gran che.
Mauro De Santis, Mario Valeri e Mario Proietti hanno infatti detto che il loro personale impegno in amministrazione comunale si dice chiuso. Almeno per il momento. Continueranno – come sempre si dice – a dare una mano, aiutare e coadiuvare i giovani nell’ingrato compito di lavorare nell’amministrazione pubblica della città.
Avrebbero potuto comunque farlo ad inizio del nuovo mandato per la generazione subentrante che però non mostra di avere quel peso specifico elettorale di chi si dimette.
Il Polo Civico a Guidonia ha rappresentato una realtà politica importante, in grado di dare una risposta al civismo imperante dei Cinque Stelle, riuscendo a mettere insieme storie diverse, personalità diverse, con l’obiettivo comune di non farsi schiacciare dall’assemblearismo dell’ ” uno vale uno ”.
In questi giorni hanno rafforzato la loro consistenza. Lo hanno scritto nella letteratura murale che si legge attraverso la pubblicistica dei manifesti in giro per Guidonia. Di nuovo, non si capisce perché un gruppo che dovrebbe essere premiato per il lavoro ben fatto debba invece mettersi da parte, sua sponte.
Probabile anche che con la nuova delineazione di due poli – Movimento Cinquestelle e Pd, da una parte, Centrodestra, dall’altra – abbiano maturato che i margini per ritentare un’esperienza centrista siano consumati. Le ipotesi, quindi, è che nell’immediato futuro ciascuno voglia smarcarsi per tentare in una diversa compagine. Ma si tratta solo di ipotesi, non se ne abbiano a male gli amici del Polo Civico. Chi sa elementarmente di politica deve anche capire che quando si decide di mandare un messaggio alla città, deve esser fatto con discorso con capo e coda. Quando uno dei due termini non è chiaro si aprono facilmente le ipotesi più strane e stravaganti, per poi si scoprire che, col dipanare dei fatti, almeno una di queste non lo era.
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