“Non è più il tempo del meno peggio”. Filippo Silvi non fa sconti alle forze in campo che si contendono il futuro governo della città. Cinquantun anni, è stato consigliere comunale per Rifondazione comunista nell’amministrazione di centrosinistra dal 96 al Duemila. Da allora ha seguito le sorti della sinistra cosiddetta radicale. Non condivide minimamente la scelta del PD che indica di votare il candidato Mauro Lombardo. In questa tornata Silvi spiega innanzitutto il senso della prima scelta di candidarsi col centrosinistra.
“La nostra candidatura nella lista di Alberto Cuccuru è nata come tentativo di riportare in consiglio comunale la voce della sinistra che manca da troppo tempo dalle istituzioni cittadine. La nostra è una voce popolare e non populista che ha sempre cercato di portare servizi essenziali ai cittadini. Ringraziamo della fiducia da parte di tanti che nuovamente ci è stata accordata, nella certezza di non tradire quanti ci hanno espresso questo rinnovato consenso, dissentiamo fortemente dalle scelte operate in questi giorni in vista del prossimo ballottaggio da parte del partito democratico che così facendo, dissolve qualsiasi tentativo anche futuro di creare una coalizione di centrosinistra vincente scegliendo invece di far parte di una grande ammucchiata tenuta insieme da interessi anche contrastanti, calpestando senza alcun ritegno la volontà dei propri elettori e militanti che ancora una volta si vedono costretti a subire decisioni calate dall’alto che vanno contro la storia e i valori fondanti della sinistra”.
Con queste parole il rappresentante della Sinistra di Guidonia non solo rompe col resto del centrosinistra, adesso. Stima anche fortemente improbabile un’alleanza per il futuro. “Noi dobbiamo ricominciare a lavorare politicamente tra la gente, non possiamo proporci solo al momento del voto. La Sinistra in Italia non ha voce nei grandi mezzi di comunicazione. Non riesce quindi a creare empatia, memoria, legame, se non c’è una lotta politica territoriale che ci caratterizza”.
Un riferimento obbligato è ai contestatori dell’ultimora. “Non merita commento chi si è presentato come scardinatore di questo sistema per poi rivelarsi rapidamente parte di esso con accordi di piccolo cabotaggio”.
Le parole di Silvi non richiamano una nuova forma di massimalismo. Non ci sono accenni radicali. “Pur sforzandosi di voler valutare l’arte del compromesso, esso deve essere alto, riconoscibile e comprensibile da tutti. Quando così non è si tratta di inciucio”.
Le idee-forza che rilancia riguardano quindi quelle degli anni d’oro della contestazione.
“Per queste ragioni è nostra intenzione, fin da subito, ripartire nell’organizzazione di un fronte autenticamente popolare, eco-socialista e alternativo alle forze politiche e civiche in campo nella nostra città, capace di riportare all’impegno politico le moltitudini che se ne sono allontanate sempre più deluse da politiche lontane dall’interesse collettivo”.
Ancora nessun commento