Nel centrodestra sempre più la tendenza è quella per cui a decidere saranno le sedi regionali dei diversi partiti, altro che scelta determinata da Guidonia!

Un sindaco per tutto il centrodestra? Sì! Purché non abbia fatto il consigliere nella precedente amministrazione Rubeis. Praticamente è questo il tema sul quale i partiti facenti parte della coalizione berlusconiana di Guidonia debbono lavorare nei prossimi dieci giorni. L’ha deciso il direttivo dei rappresentanti di partito che si sono incontrati all’Eur in via della Ribotta. La riunione conclusasi alle ore 18 ha messo insieme i rappresentanti delle diverse segreterie provinciali e regionali per discutere il caso Guidonia. Presenti anche i rappresentanti dei rispettivi partiti della Città dell’Aria: Forza Italia, Lega, Unione per Salvini, Fratelli d’Italia. Ad uscire dalla melina tipica dei primi incontri politici è stata proprio la proposta avanzata lunedì 27 febbraio dal gruppo dell’ex sindaco Stefano Sassano. IL criterio col quale trovare il sindaco in grado di rappresentare la coalizione potenziale deve essere quella per cui il candidato primo cittadino non deve aver fatto parte del Consiglio comunale uscito in malo modo per l’arresto di Eligio Rubeis. La regola chiesta dal gruppo Sassano, in verità, non era stata nemmeno accolta e discussa effettivamente da Forza Italia. Ma l’idea è piaciuta subito alla Lega. “Su questo ordine stretto noi ci siamo”. Interesse ad approfondire il percorso anche da parte di Noi per Salvini, perplessità da parte di Fratelli d’Italia, apertura da parte di Forza Italia. La conseguenza logica non poteva che essere decidere per l’aggiornamento spostando la data di incontro a dieci  giorni.

La novità rappresenta un passo avanti per il livello di elaborazione molto lento da parte degli attori politici della Città dell’Aria. Si configura però come un evidente arretramento perché se l’idea è  arrivata proprio da un rappresentante di Forza Italia di Guidonia, è chiaro che la sede di discussione e di decisione è stata totalmente espropriata nelle sue sedi centrali delle federazioni provinciali e regionali. E l’idea pare ghigliottinare proprio le aspirazioni di big di Guidonia. Quelli che, una volta balbettata la nuova Dieta di Worms – “nessun sindaco che abbia fatto il consigliere”: “solo quel che è scritto è dogma di fede” – si vedrebbero totalmente tagliati fuori dal casting per decidere chi li deve rappresentare come massimo rappresentante di una campagna elettorale che si mostra senza esclusioni di colpi. La riforma protestante, in sostanza, penalizzerebbe proprio chi protesta.

Le conseguenze logiche sarebbero quelle di discutere all’infinito su come interpretare la norma. Sebbene chiara, netta, auto-evidente, potrebbe conoscere l’estensione diretta anche alla prima amministrazione Rubeis? Oppure prevedere delle eccezioni per coloro che hanno tenuto un ruolo defilato non avendo incarichi né ottenendo alcunché dal precedente governo della città, ma anzi hanno brillato per il ruolo di opposizione interna?

Di fatto, però, è questo il compitino che i rappresentanti politici del centrodestra di Guidonia riportano a casa. Non possono non tenerne conto. Pena l’essere accusati di disfattismo, di essere la causa delle spaccature, di riportare il centrodestra all’opposizione negandogli la possibilità di giocarsi una importante chance.

I consiglieri uscenti dovranno digerire questa sconfessione. In più dovranno farsi bene i conti perché i margini per essere eletti saranno sempre più limitati. Specialmente in caso di sconfitta e collocamento all’ opposizione. E allora, l’idea per diversi potrebbe essere quella di giocarsi un ruolo tutto proprio con la candidatura a sindaco per arrivare alla certezza di fare il Consigliere. Anche perché senza la possibilità di accedere alla designazione del candidato sindaco, essendo stato deciso dalle sedi centrali, non si potrà vantare alcun ruolo nella fase di gestazione della coalizione. Gli spazi in ogni caso si restringono.

E poi nella tradizione di tutte le destre europee, non esiste un candidato leader trovato attraverso un algoritmo o una metodologia ragionieristica. IL leader crea attorno a sé la coalizione. Se c’è. Se non c’è, “ognun per sé dio per tutti”.