Con l’espressione ” combustili solidi secondari ” si intende la nuova linea di alimentazione dei forni dei cementifici più avanzati tecnologicamente. La Buzzi Unicem ha chiesto alla Regione Lazio di adottare questo nuovo sistema per alimentare il proprio flusso di effettuazione della combustione. Si pone quindi come concetto guida con cui lo stabilimento Buzzi Unicem di Guidonia vuole modificare i processi produttivi.
Nel nuovo approccio, se autorizzato, lo stabilimento potrà utilizzare “combustibili solidi secondari”. Si tratta di cosiddetto “fine del rifiuto” – end of waste. Tradotto significa che il rifiuto cessa di essere tale, in quanto soggetto a un trattamento, per diventare materiale utile per la combustione che evita, in questo modo, di bruciare materiale fossile. Bensì potrà bruciare biomassa, consentendo la diminuzione di produzione di anidrite carbonica.
Con CSS, in altri termini, si tratta del derivato di rifiuti che però può dare alta capacità energetica in grado di far lavorare i forni per la produzione del cemento per tempi continuativi essendo il ciclo produttivo del cemento attivo ventiquattrore su ventiquattro.
È specificamente utilizzato nell’ambito dei cicli produttivi del cemento. Altre basi produttive del materiale edilizio nel resto d’Italia se ne servono. IL vantaggio, come si sottolinea nella comunicazione della nota Buzzi Unicem, consente di sostituire i combustibili fossili dando un impatto ambientale preferibile e un’alternativa all’utilizzo di combustibili tradizionali. Si riducono così i costi di approvvigionamento indispensabili per la produzione industriale che vede la sua finalità nell’attivazione costante del suo ciclo produttivo. Si ottiene grazie a una componente secca (plastica, carta, fibre tessili, ecc.) dei rifiuti non pericolosi, sia urbani sia speciali, tramite appositi trattamenti di separazione da altri materiali non combustibili (vetro, metalli, inerti … ).
Ma ci sono criteri precisi da osservare. La temperatura dei forni non deve mai scendere al di sotto di uno specifico valore e poi si debbono verificare se sussistono (e in quali quantità) presenze di cloro e mercurio. Se si esce da certi parametri non si può considerare CSS. E sono garanzie che debbono esser date assai prima che il prodotto arrivi al cementificio.
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