Vince chi divide il proprio avversario. Ma chi vince non è detto che governi, dopo
Come per i licei sono uscite le materie dei maturandi, così per gli aspiranti protagonisti della fase di ricomposizione di Guidonia inizia la grande prova. Un appuntamento importante perché se la prossima classe dirigente della Città dell’Aria dovesse fallire cadrebbe con lei il progetto di città, si perderebbero appuntamenti importanti per il suo inserimento nel contesto della città metropolitana come realtà cittadina che conta. (Anzi, che conta più delle altre realtà della provincia romana sia per numero di abitanti che per concentrazioni di interessi economici e potenzialità generali).
Diverse per aspetto ma identiche per problematica le condizioni nelle compagini. Ciascuno alle prese con la frammentazione, da una parte, ma anche con una ripulitura dalle vecchie cariatidi.
Il centrosinistra col Pd da una parte propone le primarie per trovare il candidato sindaco di compagine, di lì arrivare alle candidature. La tesi è avversata da Aldo Cerroni, che ha ben chiaro il progetto di candidarsi e non accetta di farsi mettere alla graticola dalla macchina del partito con altre figure nate in casa renziana o dalemiana. Aldo Cerroni – in maggioranza con Filippo Lippiello nel centrosinistra (2005-2009), all’opposizione nel primo corso amministrativo con Rubeis (2009-2014), a sostegno del secondo corso di Eligio Rubeis (2014-2015) – vuole giocare una carta di neocentrismo tutta sua. Deve trovare adepti.
Blindate le notizie sul movimento Cinquestelle. In questo scenario avrebbe possibilità di farcela, ma è proprio questo il nodo del contendere. Quale sarebbe la politica di un sindaco del partito di Beppe Grillo? In un Comune con forti disavanzi di bilancio la logica della nettezza porterebbe alla mancanza di una gestione per la città. Come ripianare le pendenze? Niente attività culturali, niente di niente? E l’impianto di Tmb prossimo ad essere concluso? Non entrerebbe in azione? In caso affermativo le sanzioni per il Comune sarebbero pesantissime. Se invece fosse accolto come una realtà oramai operativa avremmo un nuovo caso Pizzarotti per Guidonia. Ci sono cose da discutere, quindi, prima di trovare candidati pronti a sostenere le conclusioni di queste analisi. Anche perché “la sindaca” arrivata senza un progetto chiaro e netto mostra gli evidenti limiti nell’esperienza romana.
Non sta meglio il centrodestra. Proprio ieri si è riunito il gruppo di volenterosi di Forza Italia. Nelle conclusioni che si leggono sui notiziari e su Facebook (non smentite quindi considerabili fededegne) Forza Italia vuole arrivare a una propria candidatura. Sempre Forza Italia vuole farsi una verginità facendo autocritica per l’ultimo corso amministrativo. Di nuovo Forza Italia vuole fare un ripulisti al proprio interno per dare alla città volti credibili. Conseguenza verosimile: Forza Italia avrà un proprio candidato – se ce lo avrà – ma resterà sola con quel che resta di Forza Italia. (Ingenuo il proposito di apparire “nuovi” al proprio elettorato grazie a un colpo di spugna utile solo a togliersi di mezzo candidati scomodi ma pieni di voti).
Logico il quesito sui posizionamenti di ciò che nel centrodestra sta al di là di Forza Italia. Se le premesse sono quelle di sopra, assai credibile una dinamica della serie: “ciascun per sé Dio per tutti”.
Altrettanto conseguenziale chiedersi come si muoveranno le diverse anime della sinistra: ambientalisti, comunisti, sinistrorsi-democratici … Listone unico. Non c’è altra scelta in questo microclima.
Conseguenze: ciascuno avrà la chimerica illusione di farcela puntando sulle défaillance avversarie. Ma il puntare alla vittoria sulla crisi degli avversari rimanda all’appuntamento obbligato: entrare in campagna elettorale con un progetto sulla città. Questo Guidonia Times vorrebbe leggere e proporre agli elettori.
Ancora nessun commento