Lo seguirà il partito anche a Guidonia?
Se l’alleanza organica coi Cinquestelle è oggetto del contendere nel Partito Democratico, Zingaretti si è disfatto del partito e l’alleanza l’ha realizzata dove governa veramente, in Regione Lazio.
È così che debbono essere lette le dimissioni di Zingaretti da segretario.
Le mani libere ce le aveva e ce le ha. Quello che esprime è il netto rifiuto a mettersi nella graticola dei dissidenti che finora si sono fatti schermo con la sua figura. Ora non hanno più schermo. Se vogliono perseguire i disegni di alleanza con Forza Italia e la Lega sono liberi di farlo e di dirlo. Ma senza di lui.
Il dado è tratto! E avvicinandosi alle Idi di Marzo mai mossa potrà apparire più azzardata.
Il tentativo-pilota era già stato annunciato a Guidonia, ma quelli del PD avrebbero dovuto mostrarsi solo volenterosi. Mettere a disposizione il loro know how, lavorare alacremente per risalire la china, e solo con l’obiettivo di avere un quadro stabile di alleanza in grado di guardare al futuro.
Ma in questo modo sarebbero stati etichettati facilmente come l’avversario imbelle e immobile da abbattere. Ad aiutarli avrebbe potuto concorrere solo un centrodestra diviso che, vista la debolezza del neo-centrosinistra democrat-pentastellato, avrebbe potuto dividersi e contarsi.
Difficilmente ci sarà qualcuno disposto a fare un regalo di questo tipo al PD. Il partito che sarà di Enrico Letta dovrà dimostrare sul campo la sua capacità progettuale sull’esistente. E lì arrivano i dolori. Lanciare alleanze con chi ha meno idee di te, è facile. (Relativamente). Pensare a un’idea di città molto più difficile.
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