IL teatro di Guidonia ha conosciuto diverse fasi. Quella da cui si spera stia uscendo ora probabilmente è la più terribile. Pandemia che si aggiunge a una timidezza generale in termini di affluenza di pubblico ma anche di proposte nuove a teatro.

Anna Greggi, da anni direttrice dell’opera teatrale della struttura annessa al capolavoro di architettura razionalistica, oggi ha presentato la nuova stagione. Presenti il sindaco e anche l’assessore alla cultura. “Si vede che avevano poco da fare” – il commento generalizzato degli addetti alle cose politiche. (In effetti quando si muove l’assessore non si muove il sindaco e viceversa, a meno che non ci si trovi davanti a un evento portentoso).

Ma di esclusivo c’è proprio la presenza di questo spazio permanente che è il teatro. Altre iniziative a Montecelio dove giovani si divisano nei classici riadattati per piccole sale sono eccellenti e consistono nella prova della vitalità di questa immensa espressione dell’umanità.

Ma il teatro Imperiale, con buona concessione di tutti, è una cosa speciale. Attiene a un momento unico e grande della vita sociale di questa città. Un momento che i cittadini di Guidonia non debbono considerare come acquisito. Il teatro è una conquista ogni volta che va in scena e perpetra quel momento inarrivato della dimensione nell’altro, che però è reale, non virtuale. Fa certamente parte della finzione, categoria di cui si compone la vita, ma si vive e percepisce in quanto effettivamente esistente.

La gente di Guidonia, quindi, non deve abituarsi a questo spazio come un’acquisizione solita. Averlo ancora in piedi è una conquista enorme che la città deve ad Anna Greggi, la direttrice artistica che ne ha condiviso le sorti sfortunate degli ultimi anni.

Il programma si presta ai gusti e alle questioni più dibattute in questa fase storica. Lanciato verso una collocazione giustamente rivolta al pubblico che cerca un momento di riflessione non pedante nelle rappresentazioni tutte brillanti, si pone come la vera rinascita del teatro a Guidonia.

Per tanto era giusto da parte dell’amministrazione investire in questa grande opera era giusta esserci nell’atto del suo nuovo inizio.