Con l’Imperiale Guidonia può trovare un volto totalmente nuovo

 Lavoro ben fatto. Solo questo si può dire al governo della città di Guidonia Montecelio che giovedì 16 maggio ha visto la sua classe dirigente alla prima assoluta per la riapertura del teatro Imperiale. Presenti i sindaci da Giambattista Lombardozzi in poi (assente solo Anna Rosa Cavallo), il teatro Imperiale completamente restaurato è rinato a nuova vita. L’ultima manifestazione pubblica di rilievo si ebbe nell’ottobre 1997 quando vennero a far visita gli astronauti dello Schuttle per rinverdire il filo che tiene legata la città alla sua ragion d’essere: la città avionica per i militari dell’aeronautica.

Molti anni sono passati dal quel 1937 che segna la sua fondazione ma anche dal ’97, in cui la struttura teatrale mancava di tutto e i camerini per gli attori erano adibiti ad uffici per il settore dei Lavori pubblici.

Ora inizia una storia completamente diversa. I trecentosessanta in sala, tutti inconsapevolmente classe dirigente della città, dovranno rendersene conto. Il restauro completo, il ritorno ad attuale magnificenza, questa bella serata e quella di venerdì 17 maggio, sono ben poca cosa se il teatro non riuscirà ad avere una programmazione degna.

Il vero lavoro, quindi, è solo iniziato. Il Comune che è il proprietario della struttura dovrà ben riflettere sul suo indirizzo nell’affidare la gestione della sala. Ma, cosa più importante e difficile, ora che Guidonia ha trovato il suo centro di gravità proprio nella piazza del Comune, ora che questa piazza è tornata ad essere momento specifico di eccellenza per quel che la città riesce ad offrire ai suoi abitanti, il teatro non può essere lasciato in solitudine.

Un teatro che sia di attrattiva su tutto l’asse metropolitano, ma anche su Roma, deve certamente offrire una programmazione degna della Capitale, con attori, programmi, allestimenti che smuovano un pubblico sempre più pigro, imbolsito e sostanzialmente televisivo.  Ma, cosa più importante e difficile per il governo della città, deve riuscire a dare momenti di svago, di intrattenimento e di attrattiva che accompagnino la passeggiata per andare a vedere una rappresentazione teatrale in uno spazio nuovo, ma storico, come il teatro Imperiale.

Assieme al teatro, quindi dovranno essere inserite offerte commerciali e culturali diverse e di diverso tipo che attualmente il centro non esprime. E allora ci potrebbe esser bisogno di una revisione della morfo-genesi del cuore del suo centro. Forse, ad esempio, gli uffici dell’anagrafe, del protocollo presenti in piazza potrebbero essere dislocati altrove per consentire al Comune di effettuare un’esposizione culturale, ma anche semplicemente commerciale. Sempre ad esempio, la piazza potrebbe ospitare un mercatino di genere commerciale originale. In tal senso il plateatico accanto alla struttura comunale dovrebbe essere organizzato – in modo ancora più razionale di quanto è oggi – a parcheggio.

Sono solo esempi per dire che l’occasione del teatro a Guidonia può offrire il viatico a occasioni imprenditoriali del tutto nuove in grado di dare lavoro ma anche maggiori servizi.

La rinascita inizia dal teatro. Del resto non potrebbe essere diversamente. Ogni società civile ha conosciuto nella rappresentazione delle sue storie un momento imprescindibile di coscienza di sé. Solo attraverso questa coscienza un popolo si trasforma in nazione, quindi qualsiasi attività diventa effettivamente partecipata.

Il teatro ha bisogno di managerialità propria. Ma la migliore programmazione ha bisogno di altre offerte a sostegno e queste ultime hanno bisogno di un evento centrale che si rinnova ogni giorno.

Per questo Guidonia col teatro può cambiare. Se riuscirà a farlo sarà anche alla faccia di chi dice che con la cultura non si fa fatturato. Guidonia può superare anche questa prova.