Sul glorioso motto di spirito di cultura socialista il titolo dell’allestimento al Museo Lanciani

Con la disponibilità del primo piano e la mostra su Filippo Sbardella oggi, 4 febbraio, si apre effettivamente il Museo Lanciani in tutta la sua potenzialità espositiva. Sbardella è stato pittore di scuola realista. Ha iniziato come con opere murali, scultoree e musive. Nel dopoguerra è balzato alle attenzioni di un mondo culturale che nel nostro paese stava risorgendo grazie anche ai suoi contenuti politici ma anche nella scenografia e nell’architettura.
“La terra è di chi la coltiva” – la scelta del titolo, richiama il testo che racchiude la sua multiforme opera. Consiste in una dizione revisionata la versione di quella che è considerata nella storia italiana del Novecento l’unica vera rivoluzione socialista, quella dei lavoratori della terra. Solo che, appunto, il modo di esprimerla è stato reso in stile più elegante dall’originario: “La terra è di chi la lavora”.
(Diversamente dal riferimento storico, il concetto di ‘ coltivazione ‘ è diverso da quello più ampio di lavoro. La coltivazione implica l’idea di utilizzazione funzionale dello strumento (la terra). Nell’espressione “lavora”, invece, insiste un concetto che è legato all’idea di trasformazione e di mutamento. Ma l’oggetto del contendere resta il lavoro che di per sé, essendo estensibile ad altre categorie di attività, può affermare lo stesso concetto anche in fabbrica o in altri contesti di attività, tanto da escludere la separazione tra momento direttivo ed operativo, tra proprietà, gestione e fattuale attività. Il concetto di lavoro applicato alla terra diventa così pericoloso sotto il profilo sociale perché applicabile agli altri comparti della società, quindi per questo avversato).
Il concetto che costituisce un pezzo di Storia del secondo dopoguerra italiano nella lotta dei mezzadri veneti, fornisce oggi un caposaldo di cultura socialista fornendo il titolo alla mostra sull’artista. Un modo di parlare di cultura vissuta che rende onore al rilancio del Museo. Altre iniziative in programmazione. “Avremo un’area in più dedicata alla cultura e alle esposizioni museali ed artistiche – è l’assessore alla Cultura, Michela Pauselli, a dare prospettiva alla vita futura dello spazio culturale – Inoltre, dal 18 febbraio nel primo piano del Museo troveranno spazio anche reperti inediti, già catalogati, che fanno parte del nostro patrimonio”.
“In questi primi mesi abbiamo realizzato il duplice obiettivo di allargare lo spazio museale e di rendere finalmente fruibile l’archivio storico interno al museo – aggiunge Pauselli – Il prossimo traguardo che vogliamo raggiungere è il superamento delle barriere architettoniche e la realizzazione di speciali percorsi visita, così che questo polo culturale possa divenire totalmente inclusivo e fruibile per tutti”.
A tornare quini è sempre il tema del lavoro: premia e fa godere dei suoi frutti. La riconquista dell’importante spazio espositivo deve essere considerata un bene imprescindibile per chi lo visita e riesce ad apprezzarlo. Continuerà a vivere, quindi, grazie all’interesse dei suoi visitatori.
Al momento è possibile accedere al Museo con appuntamento attraverso email prenotazionimuseolanciani@gmail.com.

Ancora nessun commento