Mai come adesso Putin ha recitato un ruolo mondiale così forte. Il presidente russo vuole ridisegnare l’architettura di sicurezza dell’Europa. La Russia si sente molto più sicura e ora vuole entrare con le sue truppe nelle regioni sudest che appartenevano alla nazione ucraina. Ha teso a smascherare il gioco dell’Occidente intento a colonizzare culturalmente l’Ucraina che invece ha sempre rappresentato il cuore della Russia.

Si parlava fino a ieri di distensione ma quello detto oggi pare il discorso che apre a una fase completamente nuova. Nella nuova scena l’Europa dovrà dimensionarsi ben sapendo che questo convitato di pietra non adotta stilemi diplomatici. La cortesia che usa Putin è del dichiarare la verità pura e nuda. Solennemente afferma il diritto di disporre a casa sua, ma così facendo porta all’attenzione di tutti che l’Ucraina non è più casa sua da tempo.

Inevitabile il passaggio del testimone ai quaranta milioni ucraini distribuiti in un territorio vasto che ha tradizioni forti e appartenenze assai più solide.

Come sempre si dice, la prova è anche dell’Europa che dovrà dimostrare la sua unità. E sarà qui che Putin giocherà le sue carte da maestro nascosto nelle controversie internazionali. Il leader russo cercherà di scompaginare la trovata unità nominale cercando di aprire tavoli di trattativa separati dove gli oggetti del contendere saranno prevedibilmente due: il gas e il grano.

Dall’Ue Ursula Van Der Leyen conferma le sanzioni. Ma in un quadro in cui la cifra della crisi si scompagina queste misure rischiano di ritorcersi nell’immagine fin troppo sbiadita dell’Unione.

Tante parole e minacce di ritorsioni si condensano su una verità di fatto: il rifiuto del nuovo zar di accettare la presenza americana sotto casa con la possibilità di missili che in pochi minuti arriverebbero a Mosca. “La Nato deve rinunciare all’Ucraina”.