Manifestazione stasera perché gli spettacoli riprendano al più presto
Se ad Edipo, nella Tebe di Sofocle, era sufficiente sciogliere il dilemma della Sfinge per liberare la città dalla peste, questa impresa appare più ardua ai tempi nostri. E ciò non solo perché la differenza incolmabile è tra fatto rappresentato e concrezione reale. Forse per i greci del quinto secolo avanti Cristo non era così intuitivo capire chi è quell’essere che è carponi nella sua aurora, gagliardo nel giorno ricurvo la sera. La loro dimensione era tutta sull’atto che riflettevano nel momento vissuto come nel momento rappresentato. Diversamente dall’umanità del ventunesimo secolo che si vede costantemente proiettata, rappresentata, diversamente interpretata tanto da aver perso la dimensione più naturale di sé. Ed è proprio per questo tipo di umanità, noi tutti, che il teatro si pone non come semplice variante alle tante divagazioni della mondanità bensì come concrezione effettuale del proprio esserci (Mit Dasein). Ed è per questo che per recuperare questa dimensione bisogna battersi. Ed è così che stasera al teatro Imperiale tutte le luci saranno accese per ricordare la centralità del viversi nella rappresentazione sia un momento non sostituibile con altri divaghi. Anna Greggi, direttrice del Teatro Imperiale, terrà accesi i riflettori dello storico momento di aggregazione culturale della città dalle ore 19,30 alle ore 21,30 e chiama ciascuno ad osservare il momento di protesta civica.
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