“Le priorità assoluta sono due: riaprire la Città, il Comune, le Frazioni, Montecelio in testa. Sono chiusi uffici importanti, i parchi, il Museo, il Teatro di Montecelio, le Circoscrizioni, le biblioteche”… Il piglio di Alfonso Masini è cambiato. Non più il funzionario di Stato, ma pare vestire perfettamente i panni di chi governa e non fa sconti. Ragionando su Guidonia non manca di dare qualche colpo alla “mentalità di chi voleva aprire il Parlamento come una scatoletta”… “E invece si è arroccato dentro i palazzi del potere”.

E poi riprendendo sui luoghi di cultura e socialità chiusi da questa amministrazione. “Sono aperte solo le buche nelle strade. Ed è inutile che adesso tentino disperatamente di mettervi toppe tardive, adesso che siamo alla scadenza della legislatura. Che rimedio è l’open day delle carte di identità? che successo può essere rilasciarne qualche centinaio ad altrettanti ” fortunati vincitori?” e gli altri, aspettano novembre. Ma dai, le cose si fanno per i tanti, non per i pochi!”

Aveva parlato di due priorità. La seconda?

“La seconda è ricostruire una valida rete di sicurezza sociale, completa in ogni suo aspetto, dalle sovvenzioni per i più poveri alla assistenza sanitari integrata, alla sicurezza delle strade e nelle strade, ai centri di aggregazione. Associazioni, Parrocchie, caritas, oratori, centri sportivi, biblioteche, parchi ( aperti, puliti e sicuri, non come adesso) debbono offrire ai nostri giovani ed a chiunque l’opportunità di una vita sociale sana, divertente ed amichevole”.

C’è un errore delle gestioni passate che non vorrai replicare?

“Gli errori nelle passate legislature ci sono stati, è indubitabile. Ma gli errori li fa chi opera. Chi non fa nulla forse non commette errori ma si macchia della colpa più grave, l’ignavia e Dante gli ignavi non li risparmia, li castiga. Personalmente trovo che l’errore più grave sia stato non trovare obiettivi condivisibili e condivisi almeno in alcuni ambiti che per la vita cittadina sono essenziali, come il sociale e la cultura”.

Il Comune è attanagliato ancora da un problema di deficit di bilancio. Quali sono le metodiche per affrontarlo? Astinenza da spese? Andare a trovare i soldi per fare qualsiasi cosa presso altri enti erogatori? Razionalizzazione del sistema di rendicontazione?

“Temo che il deficit di bilancio che lascerà la Giunta Barbet sarà superiore a quello tanto vituperato nella passata campagna elettorale. Non credo esista un solo modo per gestire al meglio sia la spesa corrente che gli investimenti. L’astinenza da spesa non mi pare la ricetta giusta. direi piuttosto l’astinenza dagli sprechi, quella sì. Occorre oculatezza, occorre calibrare bene le previsioni, occorre eseguire le riscossioni con fermezza ed allo stesso tempo senza infierire sui cittadini, visto che la crisi attuale non risparmia di certo il nostro territorio. Occorre fare buoni progetti che siano finanziabili a livello, regionale, statale ed europeo e infine occorre invogliare i privati a finanziare o cofinanziare gli investimenti pubblici. Personalmente se fossi il legislatore rivaluterei bene i principii di bilancio di cassa e bilancio di competenza”.

Da storico ci si aspetta una qualità diversa nella politica culturale della città. Quale tipo di intervento per la valorizzazione della città?

“Prima di tutto andrei a considerare e rivalutare il meglio delle cose prodotte negli ultimi decenni, alcune, anche di successo, abbandonate solo per preclusioni di parte. Negli anni 80 facemmo tre festival internazionali del Teatro di strada di cui parlò tutto il mondo. Poi basta. Negli anni 90 un festival cinematografico, ma solo un anno. Abbiamo fatto il bellissimo Fairylands festival, è scomparso. Abbiamo inventato la ” Befana guidoniana”, venivano migliaia di persone, idem. Siamo gemellati con tre città, non lo sa quasi nessuno. E vogliamo parlare del Carnevale, magnifica tradizione portata a Guidonia dai pugliesi? E le manifestazioni aeree che da noi dovrebbero essere di casa? e il festival della cucina regionale? E le ” pinciarelle di Montecelio”? Tutto scomparso o ridimensionato. Sembriamo destinati a vivere un eterno “giorno della marmotta” a dover ricominciare sempre da capo. Tutto chiuso. Poi ci lamentiamo se i commercianti abbassano le serrande e la gente va nei centri commerciali. E qualcuno ha coniato il termine ” Tristonia” per la nostra comunità”.

Quindi che fare?

“Riapriamo il nostro capoluogo, il borgo storico di Montecelio, le frazioni, ricominciamo a fare iniziative nelle piazze nelle strade, nei parchi e la gente nel week end non scapperà più via”.

Facile a dirsi in campagna elettorale. Poi quando si governa escono i problemi, le carenze di bilancio. Come può riuscire un Comune come Guidonia a fare cultura?

“Penso ad una Istituzione Culturale come ce ne sono in alcune città. Sburocratizzata quanto basta per essere snella e capace di trasformare in eventi tempestivi, concreti ed efficaci gli indirizzi del Sindaco della Giunta e del Consiglio Comunale, con un minimo di struttura burocratica ben preparata e molte personalità del mondo della Cultura e dell’Arte e della Società Civile disponibili a dare una mano ognuna secondo le proprie capacità”.

Una domanda obbligata è quella sulla possibile apertura del TMB. Qual è la sua linea?

Non ho alcuna difficoltà a parlare del TMB: da quel che ho capito i giochi sono fatti e dopo le elezioni ci troveremo i rifiuti di Roma qui a Guidonia. Spero di sbagliarmi ma constato che l’opposizione della amministrazione Barbet è stata solo di facciata. Ad essere buoni posso concedere che è stata sincera. Ma inutile. Ma hanno mai pensato ad un piano B? alla riduzione del danno che alcuni paventano? Hanno pensato al fatto che c’è un protocollo di intesa firmato nel 2009 che almeno prevede un ristoro economico per i cittadini? Temo proprio di no. Temo che la Regione Lazio ci stia gentilmente regalando i rifiuti di Roma senza alcun vantaggio per i cittadini di Guidonia Montecelio. Se così fosse la mia amministrazione si batterà per evitarlo.

Una chiave di soluzione o complicazione dei problemi nella storia della città è sempre stata rappresentata dall’edilizia. Quali scelte urbanistiche per la città Come vedi la Guidonia del futuro?

Abbiamo una densità di popolazione molto elevata rispetto alla media nazionale e in 85 anni molto territorio è stato consumato a vantaggio della edilizia. Che però rimane una risorsa tradizionale ed importante per il nostro sviluppo. Come conciliare queste due cose? Secondo me si può fare. Edilizia e territorio non debbono essere nemici, così come non debbono essere nemici “archeologia e sviluppo” che fu il tema di un corso che feci nel 1996 alla Scuola Normale Superiore di Pisa. A mio avviso si possono favorire le ristrutturazioni delle abitazioni già esistenti nei centri abitati, se necessario con aumenti di cubatura, le nuove costruzioni possono essere posizionate nelle aree libere all’interno dei centri abitati ma soltanto dopo che siano stati previsti e realizzati tutti i servizi pubblici, dalle scuole a quelli per la socialità e lo svago. Prima i servizi, poi le case.

C’è una frontiera – vecchia o nuova – per la crescita della città che deve essere affrontata? (Parco Termale, Aeroporto militare, Distretto del travertino, Strutture della Sanità, cementificio, aree industriali …)

Sono molte: quelle che hai detto e probabilmente altre ancora. Sono stato il coordinatore intersettoriale del progetto ” parco dell’Aria” che in parte venne anche realizzato. Da molti anni vado scrivendo e pubblicando l’idea di chiedere il riconoscimento di ” Sito Unesco” per i Ruderi storici della DSSE. Non è una una richiesta pretenziosa: al mondo non esiste esempio di archeologia scientifica paragonabile a quel che resta della DSSE, dalla grande vasca idrodinamica alle sette gallerie del vento di cui ben tre: la verticale, la supersonica e quella a doppio ritorno le altre nazioni semplicemente se le sognavano.

Termalismo e asse del travertino? Sono compatibili?

Sul parco termale e sul travertino semplicemente dico che l’acqua e la pietra sono state il vanto dell’area guidoniana e tiburtina per millenni. Augusto si bagnava nelle acque Albule e fece costruire le Terme ancora oggi visibili al genero Marco Vipsanio Agrippa. Nerone si fece costruire un acquedotto che recava le acque albule nella sua magnifica Domus Aurea e prima e dopo di loro Roma si è fatta bella per secoli e secoli con il travertino. Queste sono cose che possiamo e dobbiamo trattare assieme con Tivoli dimenticando vecchie rivalità e tenendo presente che i 1300 tiburtini che la mattina del 21 ottobre 1937 si svegliarono guidoniani non erano ” immigrati” come vennero registrati all’anagrafe del nuovo Comune ma ” soci fondatori”. Va sviluppata e incentivata tutta la filiera del travertino, da quando il blocco viene estratto fino alle lavorazioni più complesse, artigianali ed artistiche, compresa l’oggettistica. Questo oggi pochi lo fanno ed è un vero peccato. Sulle cave che terminano l’estrazione intendo fare un grande convegno per vedere quale è il modo migliore di trattarle. Probabilmente è quello di dare risposte diverse e dinamiche a problemi e proposte diverse. In ogni caso vedo bene un progetto complessivo che faccia diventare progressivamente quell’area un vero e proprio parco dove i cittadini possano andare a passeggiare e ricrearsi e magari possano trovare una struttura dove apprendere la millenaria storia del Travertino. Nel mentre il bacino può continuare ad essere adeguatamente sfruttato.

Guidonia è sempre stata un fanalino di coda nei servizi sanitari pubblici. Come fare affinché ci sia un’inversione di tendenza?

Sulla Sanità, eh, pure io sono d’accordo a fare un grande ospedale che serva contemporaneamente Tivoli e Guidonia. Ma se ne parla da più di 50 anni, e non si fa mai giorno. E putacaso se ne ri-parla sempre a ridosso di qualche elezione. Speriamo. Ma vigiliamo, anche! Affinché nel frattempo il sistema dei medici di famiglia non venga indebolito.  Sono loro i nostri eroi, sono quelli che si sono battuti contro il Covid in questi due anni ed hanno seguitato a starci vicini ogni giorno nonostante la fatica e le mille difficoltà.

Nella campagna elettorale non si parla mai del cementificio. Che rapporti prevede con la città?

Il Cementificio è una grande risorsa per Guidonia Montecelio. Negli anni passati ci sono stati problemi, è indiscutibile. Ma generazioni di cittadini hanno vissuto e prosperato grazie ad esso. Io ci abito vicino, non mi fa paura. Deve essere aperto e trasparente e per molti versi lo già. Le emissioni debbono essere sempre abbondantemente sotto i limiti di legge, la cittadinanza deve sapere come funziona e cosa produce, i materiali debbono essere trasportati in sicurezza e senza inquinare. Nessuno dovrà averne paura. E lo stesso principio vale ovviamente per tutte le altre attività industriali ed economiche.