Il recupero edilizio come fattore di crescita della città
L’edilizia torna il traino dell’economia. Il traino è stato rappresentato dalle attività di ristrutturazione, valorizzazione e riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Se n’è parlato a Roma al Tempio di Adriano, giovedì 17 marzo, dove Federlazio attraverso il suo Osservatorio sull’edilizia ha chiamato a convegno Confidustria e l’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia. Tutto questo per celebrare il fatto che “nel 2021 l’edilizia ha intrapreso un percorso di crescita e sviluppo di notevole portata, che sta cominciando a generare significative ricadute su un insieme articolato di attività economico-produttive del nostro Paese”. A rappresentare il fattore di crescita più importante nel 2021 e in questo scorcio di anno sono state le “opere pubbliche” e gli interventi di “recupero urbano”.
Sui dati: “gli andamenti degli indici della produzione edilizia, che, in Italia, a dicembre 2021, sono stati di oltre 20 punti superiori a quelli di due anni prima”. E come nei migliori andamenti di crescita, oltre la produzione è cresciuta anche l’occupazione: “tra il 2020 e il 2021, a livello nazionale, essa è stata del 7% a fronte di un incremento più ridotto (3%) dell’insieme dell’economia italiana”. E sulla crescita: “determinata sia dallo sviluppo eccezionale delle attività di recupero, ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio edilizio, sia da una ripresa degli investimenti pubblici”.
Ma questa crescita generale del settore nasconde un’insidia. Le piccole attività restano ai blocchi di partenza e soffrono a causa della capacità delle imprese più grandi e solide di presentarsi come nuove polarità, quindi di cogliere le migliori opportunità offerte dal mercato. Non a caso gli occupati crescono, ma solo nelle imprese di maggiore dimensione.
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