Intervista al capogruppo Pd Domenico De Vincenzi e probabile contendente di Eligio Rubeis al ruolo di sindaco
Nel panorama della sinistra locale e nazionale, Domenico De Vincenzi è sempre stato qualche metro avanti. Ha capito, per primo, che le categorie del Centrosinistra non potevano chiudersi in schematismi che vedevano contrapporsi mercato e interesse comune, impresa e lavoro, liberismo e socialismo. De Vincenzi, quindi, al di là dell’esser capitano di lungo corso nel riformismo tiburtino, veste perfettamente i panni del nuovo rappresentato da Matteo Renzi. A Guidonia, infatti, è lui il primo sponsor a segretario nazionale del sindaco di Firenze, Matteo Renzi.
Domenico De Vincenzi, qual è il messaggio renziano che Domenico De Vincenzi porta a Guidonia?
“È senz’altro un messaggio di rinnovamento del Pd e del modo di fare politica. Infatti, bisogna riconoscere a Matteo Renzi un grande merito, ovvero quello di avere riacceso il dibattito politico all’interno del partito. Il confronto di nuove idee, anche lo scontro se necessario, è sempre un momento importante perché possono emergere tutte le problematiche, le soluzioni e le personalità in grado di aggregare. Il carisma di Renzi fa soffiare nel Pd un’aria nuova, di rinnovamento appunto, ma anche di riscoperta del valore della politica, della necessità di dibattere e sviscerare tematiche nuove rispetto alle esigenze che il momento storico attuale richiede”.
Qual è la proposta che segnerà la svolta del Pd?
“Non può essere una sola proposta a segnare la svolta di un partito grande e importante come il Pd. L’ultima esperienza di governo di Bersani ha svelato tutte le difficoltà che il partito stava vivendo a causa della disgregazione delle diverse componenti che non si riconoscevano più nel progetto del segretario. Ci siamo, dunque, dovuti rimettere tutti in discussione, analizzando il passato per affrontare il presente e soprattutto il futuro. È in questa fase che si è inserito Matteo Renzi, interpretando il pensiero e le esigenze di tantissimi uomini di partito e di tanti elettori che con lui hanno ritrovato la motivazione per portare avanti un progetto che, tuttavia, per funzionare non deve escludere nessuno. È l’unità che fa la forza ed è necessaria la coerenza per raggiungere gli obiettivi. Questi sono i termini della svolta che si impone al Pd. Poi, più che di proposte, parlerei di soluzioni, quelle che il Paese ci chiede di adottare subito per tamponare gli effetti della crisi”.
A Guidonia ritiene definitivamente chiusa la spaccatura, avvenuta nel 2008, con lo scioglimento del Consiglio comunale? L’unità del centrosinistra adesso è possibile?
“In politica non bisogna mai dimenticare i momenti spiacevoli, ma si deve certamente ricordare ogni passo compiuto nel passato, analizzando gli errori per non commetterli più. L’esperienza del 2008, a Guidonia, non può essere rivista oggi senza considerare il contesto in cui si è creata e si è sviluppata. Quando un’amministrazione decade è una sconfitta della politica che si ripercuote su tutti i cittadini. Come ho detto prima, gli errori possono avere una loro utilità se l’obiettivo è quello di non commetterli nuovamente. Sono certo che il Pd, a Guidonia, saprà dimostrare senso di responsabilità, mettendo da parte ambizioni e personalismi e comprendendo che l’unità è l’unica via da percorrere se vogliamo proporre un progetto credibile ai nostri elettori”.
Questa esigenza di unità coinvolgerà anche il precedente candidato a sindaco Pagano e il precedente sindaco Lippiello? Il Pd ha bisogno di risaldare le antiche alleanze?
“Se il progetto di risollevare le sorti di questa città e di offrire un progetto reale e concreto ai cittadini è comune, il dialogo è aperto con tutti. Personalmente non mi sento di escludere nessuno anche perchè ritengo che tutti sono indispensabili per ritornare al governo della città”.
Se il rinnovamento del Pd a Guidonia partisse da Domenico De Vincenzi, come risponderebbe a chi obietta che non può riuscirci una vecchia gloria dello scenario politico locale?
“Essere una vecchia gloria significa avere oggi l’esperienza e la maturità per affrontare e accompagnare il partito a Guidonia in una fase delicata di passaggio e di rinnovamento. Sono molti anni che faccio politica a Guidonia e credo che il paese non guardi l’età anagrafica, ma il percorso che un uomo ha fatto e il modo in cui lo ha portato avanti. Io ho sempre agito negli interessi della comunità e l’ho fatto con passione senza considerare minimamente gli interessi personali”.
L’astensionismo e l’ondata del grillismo sono i rischi di questa tornata elettorale. Come intende combattere questi due fenomeni?
“Con un progetto politico serio e credibile, fatto di sostanza e non di parole. Gli elettori non sono pecore di un gregge, hanno coscienza e capacità di discernimento. Non si può più parlare per slogan. Oggi che la crisi economica sta avendo conseguenze disastrose a tutti i livelli, ci sono i bisogni reali da soddisfare ed emergenze sociali da tamponare. Solo la coesione del Pd e un progetto condiviso possono rappresentare realmente una valida alternativa al voto di protesta e all’astensionismo”.
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