Indice Rilevanza
Il dibattito dovrebbe astenersi dalla polemica sterile quando si discute su questioni nevralgiche per la vita dei cittadini
Rubeis propone una piastra di primo intervento il Centrosinistra demagogicamente rilancia sull’ospedale, ma Guidonia ebbe questa grande occasione nel 1999
I programmi dei primi cittadini sono presi come un gioco al rilancio. Succede così anche a Guidonia con contorno di grandi imprecisioni e storie raccontate in modo strumentale.
Il sindaco Eligio Rubeis propone una piastra di primo intervento da realizzarsi nelle strutture dell’Italian Hospital Group. Un luogo diretto per portare i primi soccorsi in caso di incidenti stradali, incidenti domestici, primo intervento con intubazione e trasporto all’ospedale organizzato più vicino nei casi di infarto. Un grande passo avanti per una città di novantamila abitanti che non ha centri sanitari.
Il Centrosinistra si sente di dover rilanciare con la proposta di un ospedale che in tempi di dismissioni, smantellamenti (Subiaco e Palestrina) non sono proponibili.
Nasce chiaramente la polemica che però non si fonda sulla praticabilità delle proposte effettuate. Si racconta una Storia a proprio uso.
Noi non replichiamo come viene erroneamente raccontata dai furori polemici. Diremo come effettivamente fu. E questo perché chi scrive fu testimone personale di quei fatti di quei giorni.
Parliamo degli anni 1998-1999. Il sindaco di Guidonia Ezio Cerqua convinse la Consulta dei sindaci a inserire il progetto di un ospedale in asse tiburtino da realizzare in piano lungo l’area tiburtina propriamente detta. La Consulta approvò. L’assessore regionale Lionello Cosentino e l’assessore alle finanze Angiolo Marroni misero in Bilancio della Regione Lazio lo stanziamento prima di seicento milioni, poi di due miliardi per realizzare questo ospedale. Il problema era trovare l’area adeguata e fu pensato in primo tempo all’ex ospedale psichiatrico dove oggi opera l’Italian Hospital Group, poi un’area vicina ad Albuccione, ma specificamente idonea appariva la struttura in dismissione di Colle Cesarano vicino a Villa Adriana. Si prestava molto bene in quanto vicino al raccordo autostradale e in piano, diversamente da dove è situato il San Giovanni Evangelista di Tivoli.
Ebbene, questo stanziamento fu inserito, confermato e impinguato. Ma nel 2000 termina l’esperienza amministrativa di Cerqua a Guidonia, nel novembre del 1999 diventa sindaco di Tivoli Marco Vincenzi e divenne lui presidente della Consulta dei sindaci sulla Sanità. Fu quindi provveduto a cancellare quello stanziamento di danari preferendo la ristrutturazione di quel che esiste al San Giovanni Evangelista. I soldi per l’ospedale di Tivoli furono stanziati, i lavori espletati, ma a quattordici anni di distanza alcune parti dell’ospedale ristrutturato non sono ancora in funzione. In testa a tutti “Emodinamica” che consiste in una parte fondamentale per la cura delle persone affetta da infarto.
Questa è la Storia. Il Centrosinistra di Marco Vincenzi preferì ristrutturare il vecchio invece del nuovo che il Centrosinistra di Ezio Cerqua aveva fatto approvare. Il conflitto è tutto nella testa del Centrosinistra. Loro la dovrebbero risolvere e per questo ci sarebbe bisogno del ritorno della vecchia struttura psichiatrica di Martellona.
Ancora nessun commento