Indice Rilevanza
Il ricordo degli amici e della famiglia a Simona, una combattente instancabile attraverso il mezzo del giornalismo
Sabato 6 febbraio al teatro Imperiale il saluto degli amici alla giornalista deceduta per un incidente stradale accaduto otto giorni prima
La città ha perso uno dei suoi volti impegnati. Il campo di lavoro di Simona Boenzi era l’esistenza reale, la voglia di vivere e la forza di non limitarsi a fare domande radicali ma anche di combattere per le risposte trovate.
Una di queste questo suo messaggio rubato adesso dal suo profilo su facebook:
“ Quando dite frasi tipo “ Facebook lo uso per lavoro “, oppure “ ci entro così tanto per svagarmi un po’ “ , vi state raccontando grosse bugie . Pensate alle vostre reazioni dopo aver ricevuto molti LIKE a un selfie o a un commento: senza accorgervene, dopo un po’ ne postate altri. Ecco, sappiate che i social media hanno programmato già le vostre reazioni, esattamente come si fa con i cani quando gli si offre il premio dopo aver eseguito un comando. A cosa serve? A rendervi dipendenti “.
In queste parole un monito alla libertà vissuta come incondizionato e come identico assoluto alla vita – la propria come quella di qualsiasi altro. Probabilmente parlando delle debolezze, che voleva svellere negli altri, Simona faceva una pubblica confessione delle sue debolezze. Essere apprezzati, essere amati, essere stimati, riscontrare nel mondo una forma di riconoscimento. Ed è una questione che va ben oltre la vanità. Significava, per Simona come per tutti, avere la consolazione di avere un riscontro nel mondo, di essere in sintonia con le cose.
Ed è un modo per non sentirsi soli ma ha anche il contrappasso di trovare nelle sue miserie qualcosa da rifiutare perché intollerabile. In tal senso la rabbia di Simona contro i mali del mondo. Nello stesso modo concepiva il mestiere di descrivere le storie dei nostri tempi per smascherarle ed essere un soldato per ripulirlo, il mondo.
Ma il sogno di poterlo fare attraverso la scrittura si era interrotto assai prima che Simona ci lasciasse e voglio pensare non ci sarebbe stata a fare il ruolo di testimonianza.
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