È arrivata la sentenza relativa al PEEP di Colle Fiorito. IL Tribunale Amministrativo Regionale ha dato torto al Comune e comminato la rettifica sui costi di esproprio coi quali l’amministrazione di quaranta anni fa aveva fatto sua un’area a Colle Fiorito per realizzare case popolari. Il Piano di Edilizia Economia e Popolare oramai è archeologia edilizia, avrebbe già bisogno di interventi di recupero, ma sul piano dei costi amministrativi siamo ancora alla rettifica dell’impresa per realizzare l’opera nel quartiere di Guidonia. Il Comune per il vecchio contenzioso con l’impresa dovrà sborsare diciotto milioni. Una tegola sulla testa degli amministratori che sui problemi di bilancio debbono risolvere diversi sospesi, tanto da congelare l’azione del governo cittadino inibendone ogni iniziativa sulla città – mostrando una effettiva incapacità di recepire risorse speciali da bandi regionali e avendo rifiutato di dichiarare il dissesto finanziario.

Tra edilizia e governo della città ci sono sempre stati rapporti controversi. Da una parte alcune condizioni incoraggiavano a intraprendere nel settore dell’edilizia residenziale, dall’altra il coraggio è spesso divenuto eccessivo coraggio da parte dei soggetti portatori di interessi che realizzavano le opere.

Al cospetto del rapporto costi e benefici le prime valutazioni sommarie arrivano presto o tardi al pettine della giustizia amministrativa tanto che da queste sentenze non si arriva alla fine di resistibilissime carriere perché il tempo passato è tanto e tale da archiviare l’accaduto negli annales.

Rimane però chi deve pagare per garantire il “giusto ristoro” per gli espropriati. Così nell’incertezza sulle scommesse per il futuro il Comune paga le cambiali per il suo passato.