Partire dai comportamenti per arrivare alla correttezza delle decisioni da prendere. Parte da qui la grande riforma del sindaco facente funzioni
“Basta!” L’ha detto è l’ha fatto. Mercoledì 9 marzo Andrea Di Palma ha firmato la revoca dell’assessore all’urbanistica Federica Ieraci. “Basta!” Basta la parola, si potrebbe quindi dire con facile battuta. Sta di fatto che il decisionismo di Andrea Di Palma comincia a piacere in diversi ambiti della città. A Guidonia da giorni alcuni manifesti firmati dal sindaco facente funzioni Andrea Di Palma esortano alla rinascita. Hanno come simbolo il palmo di una mano che si protende e la scritta: “Basta!” L’argomento non poteva che creare curiosità, ma anche qualche immancabile polemica. Sentiamo l’autore, Andrea Di Palma.
Di Palma, in sostanza, lei lancia un movimento politico?
Basta! non è assolutamente un movimento, è una diversa idea della politica, della amministrazione della cosa pubblica, uno stimolo a far meglio. Più che una protesta, rappresenta un rilancio dell’azione politica senza disconoscere o criticare quanto di buono è stato e sarà fatto dal Sindaco Eligio Rubeis.
Perché il simbolo col palmo della mano aperto? Perché i manifesti? La grafica con la quale presenta addirittura il suo volto in facebook…
Ho ritenuto che fosse giunto il momento di caratterizzarla con idee semplici, chiare, forti e provocatorie. Basta ai dietrologismi. È una nuova impostazione in continuità a quanto di buono fatto in questi anni. Dire Basta! Significa dare nuovi impulsi alla politica e pone degli interrogativi ai cittadini.
Così non teme in questo modo di perdere il legame con i partiti canonici e con le ordinarie compagini?
La campagna Basta!, non è assolutamente contro i partiti, né di maggioranza né di opposizione. Io non ho mai negato il ruolo importante che rivestono per la società i partiti, anzi credo le liste civiche e i partiti debbano tornare ad avere un ruolo centrale in questo momento di forte disorientamento dei cittadini, perché come vediamo tutti i giorni, in assenza della loro funzione, prendono forma le più svariate forme di populismo.
E allora a che serve dire Basta!
Vuole essere uno sprone, un pungolo, uno strumento per i consiglieri comunali di comunicare ai cittadini che una sana politica ha anche il coraggio di assumere decisioni impopolari quando l’obiettivo è il bene comune. Sono un uomo che crede nei partiti e nella politica, in una nuova etica nei rapporti tra cittadini e politica. Sono sicuro che i colleghi comprenderanno e condivideranno il mio pensiero, e sapremo continuare con maggiore determinazione il percorso intrapreso dall’amico Rubeis, con il quale ho sempre condiviso negli ultimi anni le scelte più importanti per la città. E sono certo che anche in questo caso lui condivide la mia iniziativa.
Dopo il Movimento Cinque Stelle, il frazionismo a centrodestra, i satelliti anti-renziani, gli italiani non sono già saturi di contestazione alle organizzazioni conosciute?
Ripeto: non contesto gli organi politici. Credo che gli italiani siano saturi sia della politica che dell’anti-politica. Sono impegnato in politica! E sono sempre stato contro ogni forma di populismo. E questa formazione me l’ha data il mio essere credente. Sono fiero di aver iniziato a fare attività sociale nell’azione cattolica. Di qui ho assorbito quello spirito del fare.
Qual è il messaggio forte e chiaro che vuole far arrivare…
La volontà degli italiani che chiedono che lo Stato, la Regione, la Città Metropolitana, il Comune, gli Uffici, i dirigenti, gli impiegati siano in grado di dare risposte certe, veloci, chiare per risolvere le problematiche che tutti giorni si possono presentare ad un privato cittadino.
E allora è un messaggio propulsivo. Perché Basta! Dove si chiede, si ordina a qualcuno di fermarsi. Cosa bisogna fermare?
Quel “Basta” vorrei servisse proprio a chi ricopre degli incarichi politici a rinsaldare quel legame di fiducia con il cittadino che si è sfilacciato in questi ultimi tempi. Nello stesso tempo quel “Basta” deve essere un continuo interrogativo che i cittadini devono porsi nel rapporto con la politica. Il cittadino dovrebbe chiedersi se è giusto chiedere ciò che sta per chiedere. La priorità è l’interesse collettivo su quello particolare, sempre.
Lei quindi esclude la trasformazione di Basta! in un partito politico? Una lista per Guidonia?
Basta! non nasce per diventare un partito politico o una lista civica. L’obiettivo, come le ho spiegato, non è questo. Il mio proposito è più generale, serve un cambio di passo da parte di tutti, dei politici e dei cittadini. Parlare adesso di un impegno in politica di Basta! è prematuro. Non mi è mai interessato il contenitore, bensì il contenuto. Io vorrei che Basta! offrisse spunti di riflessione. Vorrei seminari dubbi e non raccogliere certezze, parafrasando Norberto Bobbio. Cito immediatamente la fonte, altrimenti qualche blogger politicamente attivo grida all’istante al plagio, come è avvenuto nei giorni scorsi. Anche se sono convinto che in questo caso non avrebbe colto la citazione del filosofo torinese. L’ho aiutato io questa volta!
Quali sono le priorità di Basta! a Guidonia? Quali le cose da fare?
Non esistono priorità di Basta!, esistono solo le priorità dei cittadini che sono scritte nella proposta programmatica del governo Rubeis. In questo senso, posso dirle che non mancherò di lavorare sulle critiche sin qui mosse sulla politica sociale, culturale ed economica che tarda a venire incontro alle attese di tutti i cittadini con particolare attenzione alle fasce più disagiate della società.
Su questo indirizzo a Guidonia cosa si produce?
Stiamo lavorando ad un bilancio equo proporzionale e solidale, un reale soccorso alle donne, gli uomini, ai giovani meno fortunati, ma nello stesso tempo presteremo molta attenzione e aiuteremo lo sviluppo, gli imprenditori onesti, e tutto questo avrà come ricaduta nuovi posti di lavoro. È partendo dal lavoro che si può iniziare a parlare di valorizzazione della dignità umana. Ma ovviamente sono tutte scelte che sto condividendo con la maggioranza di governo. Innanzitutto è un atteggiamento, un rapporto nuovo tra cittadini e politici dove ci si dice la verità, anche scomoda.
E quali sono le verità scomode?
Sono comportamenti concreti. Ho chiesto per trasparenza all’Assessore Ieraci di fare un passo indietro e rassegnare le dimissioni dando la possibilità di chiarire le cose scritte sui giornali nel merito di una concessione edilizia. Chiaramente mi auguro che chiarisca la sua posizione ma in attesa, meglio farsi da parte.
In Consiglio comunale ho stigmatizzato quei consiglieri di opposizione che fanno i rivoluzionari in sede pubblica e poi cercano di favorire amici. È il momento di dire Basta! E non serve dire: così fan tutti. Risposta sbagliata, Basta!
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