Negli ozi da clausura delle feste giochiamo con le nostre uniche amiche: le carte. A loro chiediamo chi sarà il prossimo sindaco. Le previsioni che emergono da queste consultazioni sono puntualmente sbagliate. Del resto le rare consultazioni tra esponenti di partito non danno prospettive più indicative. Le carte però hanno il merito di rendere esplicite le dinamiche in campo. E la prima figura calata sul tavolo ci dice di una candidatura già nota. E’ il re di denari, Adalberto Bertucci. Professione commercialista, presidente dei consulenti del lavoro, in interviste ha chiaramente detto che vuole candidarsi a sindaco affrontando una campagna elettorale nuova: vuole riunire il centrodestra ma conta sull’innovazione della proposta con pezzi dialoganti del centrosinistra. Si dirà: a un anno e mezzo dalle elezioni si tratta di una scesa in campo prematura. Ma uno come Bertucci non fa mai le cose a caso. Tutti sanno a Guidonia della rivalità storica con l’altra destra rappresentata oggi da Alessandro Messa. Ora i due stanno in due partiti diversi, quindi la rivalità non è un tabù, ma in definitiva non lo è mai stata. E allora considerando ancora in piedi la formula del centrodestra – che senza Berlusconi in persona in campo potrebbe aver perso senso – si potrebbe arrivare a una nuova candidatura. E allora dovrebbe spuntare uno di Forza Italia. Sempre ammesso che quel che fu del partito azzurro berlusconiano non preferisca invece una grande convergenza centrista con il Polo Civico di Aldo Cerroni. Quindi nel caso Forza Italia dovesse tornare all’ovile col centrodestra potremmo avere Maurizio Massini a candidato – lui è un uomo di destra doc. Qualora invece Forza Italia decida la svolta centrista a guidare la grande svolta sarebbe Michele Venturiello, ex Dc e gran maestro di mediazioni col Codice Cencelli assimilato a memoria. Ma come oggi è debole la formula del centrodestra, altrettanto lo è la categoria di centrosinistra rappresentata sostanzialmente dal solo Partito Democratico. E anche lì tutti conoscono la competizione tra Emanuele Di Silvio e Simone Guglielmo. Ma in un grande partito di governo possono emergere nuove intelligenze, anche se difficilmente riusciranno a raccogliere alleati di nuovo conio. Finora è stato impossibile riproporre in modo evidente l’alleanza che per il governo della città i due partiti hanno formato per governare il paese. Quelli dei Cinque stelle non possono sognarsi di replicare il successo a partito unico di quattro anni fa. Potrebbero scegliere comunque una candidatura a sindaco uno dei loro, con la riproposizione del partito unico e la disponibilità a fare alleanze per il secondo turno. Ma qui le carte non aiutano più. Candidato automatico è Michel Barbet, sindaco uscente. Ma anche nei Cinque stelle si avvertirà la necessità di rinnovare la proposta. E allora potrebbe spuntare il loro cardinale Richelieu, Giuliano Santoboni. Improbabile l’impiego del deputato eletto localmente in chiave tutta cittadina. Sebastiano Cubeddu non ha calcato a sufficienza il dibattito cittadino, anche se è vero che proprio per questo è rimasto fuori da ogni polemica. E sempre sulle polemiche, il sale della politica, ci si dividerà nella moltitudine di schieramenti per contarsi al primo turno e assemblarsi secondo le convenienze. Quel che dicono le carte è questo. Non riescono a dire nulla sugli obiettivi di programma. Ma a questo non ci pensano nemmeno gli aspiranti candidati.