Indice Rilevanza

IL precipitare degli schieramenti politici nel panorama nazionale, ma soprattutto il malcontento generale percepibile nella città avviano anticipatamente il dibattito sul rinnovo del corso amministrativo del Comune

Schieramenti in cerca di leader

A metà del suo corso, l’amministrazione Cinquestelle è sul punto di sfaldarsi. Le difesa scomposta dell’assessore Russo con doppio incarico ha evidenziato delle falle nel blocco granitico sul quale giunta Barbet si faceva forza. Troppi cambi di assessore, troppi problemi irrisolti – mondezza nelle strade, scuole tornate al degrado, mancanza di decisioni – hanno reso il Comune oggetto di attacchi.

E anche se non è ipotizzabile lo scioglimento del Consiglio comunale anticipato per dimissioni della maggioranza dei Consiglieri, le elezioni amministrative prossime sono vicine, troppo, se gli schieramenti avversari non si presentano preparati.

I primi a dover serrare le fila sono quelli del centrodestra. Sono i primi oppositori alternativi ai cinque stelle. Questo a causa di una stagione di antagonismo deciso dai rovesci di governo nazionale. Debbono allora schierarsi compatti: le tre forze che tipicamente occupano la scena – Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia più varie ed eventuali: le liste civiche autonomamente fondate che sempre si formano nei quartieri di Guidonia.

E ad essere oggetto del contendere iniziale è sempre la figura del leader: il candidato sindaco che dovrà guidare la coalizione. E qui che si mostra la prima stortura. Se il leader è tale non può essere designato. Lo deve diventare in virtù della sua capacità di coinvolgere. Le esperienze passate insegnano: da Rubeis a Berlusconi. Un leader democraticisticamente eletto dalle forze politiche che dovranno sostenerlo avrà i poteri limitati. Sarà acquiescente ai diktat di questo o di quello che lo hanno eletto. Diversamente, invece, un leader che elegge il suo popolo. Scrive un programma e chiede di essere sostenuto. Dai cittadini come dal cittadino sociale che è il partito a cui chiede sostegno.

Diverso il problema nel centrosinistra. Debbono innanzitutto capire se è il caso di ri-editare il panino proposto a livello nazionale: Pd più Cinquestelle. Se fosse riproposto il gioco si sa come va a finire: con la conferma del sindaco uscente. E questo potrebbe non piacere al Pd. Ma se a livello nazionale hanno digerito Conte e tra poco digeriranno Di Maio premier, non si vede perché non possano fare lo stesso con Barbet. L’alternativa consiste nel richiamare le altre forze del centrosinistra e convergere su una candidatura alternativa a Barbet e a quella del centrodestra. Ma qui iniziano i dolori. Chi?