La solitudine dei numeri di Stefano Sassano
Il 2 agosto è andata in scena la solita recita, ma senza soggetto, senza protagonista, senza una vera storia da rappresentare se non la commedia dell’assurdo. C’è solo il presidente del Consiglio comunale Stefano Sassano la cui ostinazione di convocare l’assemblea amministrativa si traduce in un nulla di fatto: non c’è numero legale, tutti a casa. Incassa così il redde rationem di una corda oramai tirata all’estremo. I punti all’ordine del giorno avrebbero preparato la materia deliberativa dell’esercizio finanziario. Ma era chiaro dall’inizio che i suoi colleghi avrebbero preferito il più rassicurante conforto balneare. Non ci sono strumenti finanziari che non possano attendere.
(E in mezzo c’è anche una crisi di identità a cui i partiti vanno incontro dopo la sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi. In questa condizione cambia il quadro e ciascuno deve darsi una regolata, in provincia come in città).
A Guidonia succede così che gli esponenti di spicco del Centrosinistra giubilano il presidente pallido. Ed anche il Pdl rispedisce al mittente l’ostinazione del suo presidente tanto da non presentarsi in Consiglio. Stefano Sassano può solo far la conta dei suoi fedelissimi: due di numero.
Così, il presidente del Consiglio, eletto nel Pdl, inanella un altro magro incasso. Dieci giorni fa, sempre in Consiglio comunale, non si presenta, lui e i suoi fedelissimi, per ostracismo verso le deliberazioni urbanistiche. Non lo seguono quelli del Pd che rientrano in aula, non lo segue il suo partito, il Pdl, che discute regolarmente e porta a casa il risultato di approvarle.
Lui, come molti altri Consiglieri dovrebbero capire che il momento deliberativo è un sede essenzialmente pratica, non il luogo dove esibire proprie performance muscolari – il più delle volte assolutamente infruttuose.
Il nuovo insuccesso di Stefano Sassano deve imporgli una riflessione sul suo ruolo nella scena politica della città: chiama a sé i suoi ma questi non arrivano – non ottiene la solidarietà del Centrosinistra che però fa uno sbaglio tattico non concedendo sponda ad un possibile alleato. Sassano, in questa situazione, ha spazi di manovra molto, molto, ristretti.
Dovrà decidere qual è il popolo a cui vuole mandare il suo messaggio. Ma in uno scenario in continua evoluzione, con la trasformazione di equilibri tattici a livello nazionale, non è detto che quando avrà deciso ci sarà qualcuno ad ascoltarlo.
Ancora nessun commento