Mercoledì 28 dicembre il sindaco si trova senza maggioranza ed è costretto a ritirare la proposta

Si tratta di una ritirata momentanea o di una revisione strategica? Sta di fatto che ora la città sa che Mauro Lombardo vorrebbe avere dalla sua uno stuolo di delegati che consistono in una sorta di orecchio sulla città che il sindaco in persona non può avere. Il metodo è conosciuto per esser stato adottato ai Tivoli da Giuseppe Proietti. A Guidonia la pratica non sarebbe possibile da statuto.

Di qui il tentativo da parte di Mauro Lombardo di far passare questa modifica e attuare questa pratica. È rimasto un conato perché si è trovato l’aula in subbuglio. Capitanata da Alessandro Messa della Lega e da Simone Guglielmo del PD si è animata la strenua opposizione dall’interno della stessa maggioranza perché il PD sostiene di fatto Lombardo. Ma anche dell’amico di destra Alessandro Messa che potrebbe invece calcolare un ruolo per sé e per la Lega nel futuro. Così evidentemente non è. Almeno per ora.

Vero è che a Mauro Lombardo mancavano i numeri per farla votare. (Si apre così l’interrogativo se trattasi di prolungamento di ferie da parte di diversi delegati dal popolo oppure se anche in maggioranza il sindaco abbia problemi ad affermare questa idea).

Sulle esperienze fatte in altre realtà, Tivoli in testa, la pratica di nominare questi messi del sovrano, denominati “delegati”, prelude a un vero e proprio esautoramento dei consiglieri che si vedono di fatto superati nella funzione di portavoce dei cittadini. Ad assolvere questo ruolo restano maggiormente i delegati. Solo che i delegati non votano. La conseguenza dei consiglieri nel vedersi esautorati, quindi, consiste nell’ alzare le pretese in Consiglio comunale, trasformare ben presto il loro ruolo in una valenza di ricatto: ‘ se ascolti il tuo uomo (il delegato, eletto da te non dal popolo come il sottoscritto) ti rendo la vita impossibile in Consiglio e nemmeno l’ordinaria amministrazione faccio passare ‘.

Oppure, come è successo a Tivoli, l’appiattimento di ogni dialettica nella gestione pubblica e il rafforzamento del sindaco che ascolterebbe e agirebbe solo in corrispondenza alle sue articolazioni: gli assessori che lui nomina e i delegati che sempre lui nomina.

Guidonia ha una tradizione diversa. La dialettica accesa non è mai mancata. Rafforzata dall’essere composizione di diverse centralità, la Città dell’Aria ha sempre dato espressione a linee direzionali che si formavano in alternanza alla scelta di partito e alla provenienza strettamente territoriale. Questa alternanza perfetta di momenti decisionali non può essere trasformata dal rafforzamento di una linea direzionale di cui nemmeno gli storici Lombardozzi e Rubeis riuscirono ad essere protagonisti.

Nella crisi delle rappresentanze l’operazione potrebbe invece riuscire a Lombardo? Il suo momentaneo alleato Simone Guglielmo e il suo amico ideologico Alessandro Messa sembrano molto convinti del contrario. E fin quando ci sarà l’espressione della loro voce difficilmente avrà successo un’idea come questa che va contro il decentramento – come invece si sostiene dai suoi propugnatori. Va invece verso l’accentramento e l’unidirezionalità.