IL comunicato ufficiale l’ha diramato il primo marzo. IL passaggio è fatto. Chi ha avuto ha avuto. Chi ha dato ha dato. Tutti ricordano il forte contrasto con Alessandro Messa e Arianna Cacioni per il loro ingresso nella Lega di Salvini a Guidonia, vissuto non come un rafforzamento della formazione della destra italiana ma come un sovvertimento a lei che ne aveva posto le basi nella Città dell’Aria. Oggi, in una realtà liquida dobbiamo abituarci in grandi e piccoli spostamenti dell’elettorato come delle tendenze più generali, Guidonia ci insegna ad abituarci anche alle modificazioni di casacche. Quel che prima era di un colore diventa in un altro e l’altro diventa del primo. Simbolicamente Cacioni e Ammaturo si scambiano di camicia. Nulla cambia nel teatro del dibattito politico di Guidonia in termini di rapporti di forza tra le compagini politiche della destra cittadina: il gruppo di Salvini aveva un rappresentante e continua ad averne uno, il gruppo di Meloni altrettanto, ne aveva uno e uno resta. Cambiano le attrici non i ruoli in commedia. Siamo stati allegri nel dare definizione di commedia a questo avvicendamento. Contrariamente alla famosa frase di Marx, in cui la tragedia si trasforma in farsa, potremmo assistere al contrario se le rappresentanze perdono di credibilità e l’elettorato di riferimento si sfiducia totalmente. In un contesto metropolitano la condivisione con tra rappresentanti e rappresentati è un fattore molto più sostanziale e meno plastico che a livello nazionale dove sono le grandi opzioni e l’appeal del simbolo ad essere determinanti. L’esortazione è affinché chi è attore – sua sponte – della scena continui coerentemente nel senso del mandato a cui è stato assegnato.