La proposta dell’avvocatessa Anna Di Tella vuole valorizzare la tradizione dell’associazionismo e dell’azione diretta alle decisioni sulla città che ha sempre contraddistinto Guidonia

Mi piace pensare che il cittadino non è un mero consumatore, ma un produttore di idee, convinzioni, impegno, solidarietà e la cittadinanza è l’occasione per fare la differenza nel luogo in cui vivi.

Quando si risveglia quel senso di comunità perduto, quella voglia di appartenere, di relazionarsi, di avere una voce, le città contemporanee diventano i luoghi ideali in cui si manifestano i principi di appartenenza, cittadinanza e democrazia, trasformandosi in laboratori in cui i cittadini e le amministrazioni locali, collaborando, potrebbero sviluppare e creare soluzioni metropolitane nuove e condivise.

Ecco che diventa d’obbligo discernere di “democrazia partecipata” ovvero di una procedura politica che punta all’inclusione, alla collaborazione e ad un rapporto trasparente fra istituzioni e società civile.

Si inizia a parlare di democrazia partecipativa/diretta nei comuni a partire dal 1990, ma è solo con il TUEL (testo unico degli enti locali)  n.267/2000 che il legislatore pone l’obbligo per i comuni di dotarsi di strumenti di partecipazione: per la precisione, lo Statuto Comunale deve prevedere la possibilità per i cittadini di portare istanze, petizioni, proposte con l’obbligo di risposta da parte del comune, entro tempi certi.

Le buone pratiche di partecipazione si sono poi diffuse anche in molti altri settori della governance municipale: dalle forme strutturate di coinvolgimento civico nella definizione della spesa pubblica, a forme più fluide di procedure consultive, come quelle per la redazione dei piani regolatori o di altri strumenti di pianificazione urbanistica. Si considerano parte della governance partecipativa i percorsi di progettazione e gestione integrata di spazi pubblici o forme di governo del territorio di natura pattizia infine, anche le attività di monitoraggio e valutazione della spesa pubblica e tutte quelle attività di accountability e trasparenza che prevedono il coinvolgimento dei cittadini.

Un valido esempio di democrazia partecipata che potremmo chiamare  di “E democracy” si potrebbe realizzare attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione, quali l’utilizzo di un APP da mettere a disposizione dei cittadini, con cui questi ultimi possano rappresentare, segnalare all’amministrazione, problemi, difficoltà, ma anche soluzioni per una migliore gestione dei servizi, nonché per una maggiore vivibilità del territorio, riservando, pur tuttavia, ad una classe dirigente lungimirante il compito di mediare e trovare la giusta dimensione.

Favorire la partecipazione dei cittadini non è un obiettivo senza ostacoli; i principali potrebbero rivelarsi la mancanza di motivazione, di tempo, di fiducia e di presenza dell’amministrazione, oltre al fattore dei costi e dell’inerzia.

Non vi è chi non veda come questi, poc’anzi citati, siano ostacoli ben superabili, con strumenti di coinvolgimento pensati ad hoc, che possano spaziare dalle semplici telefonate, all’impiego di più ampi attivatori di discussione e partecipazione, veicolando informazioni attraverso l’ausilio di gruppi ed associazioni, coinvolgendo i cittadini a tutti i livelli e di ogni età.

Guidonia si è rilevata – ahinoi – carente in tutto questo. Sta a noi recuperare quel senso di partecipazione viva, di associazionismo che coinvolge i cittadini al lavoro della costruzione della città, a quell’idea originaria di Città Giardino nel quale i cittadini si incontrano, si confrontano e decidono per la loro città!