Ora che è chiusa è bene resti chiusa, tanto che il pericolo è nell’erede che ha lasciato: l’impianto di TMB che, come l’Araba Fenice, potrebbe rinascere su sé stesso mettendo in parziale funzione una discarica a servizio del ricovero di materiali di risulta uscito dal circuito di gestione dei rifiuti trattati. La discarica è stata chiusa da Rubeis nel 2014. Ma è anche vero che questo è avvenuto a conclusione di un processo che aveva portato ad esaurimento le ultime possibilità di ricezione da parte del sito. Ora il problema del governo della città sarà risolvere la bonifica e la realizzazione di un parco vero e proprio. Dovrà essere una realtà a servizio dei cittadini, un riferimento ecologico e di benessere che faccia diventare solo un triste ricordo l’antica destinazione del sito. Fare questo è un passaggio molto molto importante perché consente di escludere la messa in funzione del sito per nuove finalità destinate alla gestione dei rifiuti. Il problema, si insiste, è della massima delicatezza proprio in relazione alle dichiarazioni del sindaco di Roma Virginia Raggi che ha detto di voler risolvere il problema della gestione dei rifiuti tutto nell’area comunale della capitale. Una dichiarazione che mette in evidenza proprio il contrario e mostra d’essere puramente elettoralistica: non creare problemi ai Cinquestelle in campagna elettorale nei comuni vicini: Guidonia per l’appunto. Tutti sanno che Roma ha solo emergenze pesanti e virtualità dissipate. Le proprie destinazioni d’uso, approvate nel suo ultimo piano regolatore, non consentono di attivare strutture a servizio della gestione dei rifiuti. La scelta di trovare la loro destinazione in altre realtà dovrà quindi essere gestita dal presidente della Regione che è il vero titolare della politica ambientale. Il presidente della Regione, chiunque sarà dal prossimo anno, davanti un’emergenza forte – coi costi esorbitanti del trasferimento dei rifiuti in altre realtà extraterritoriali – sarà costretto, nuovamente, con somma urgenza, ad affidarsi alle soluzioni prospettate dal territorio di area vasta. Si rivolgerà quindi ai comuni confinanti. Ed è per questo che bisogna far presto a dare all’Inviolata il tratto, veramente inviolabile, di parco pubblico. Premere quindi affinché sia realizzato il parco.
Ma non finisce qui. La politica per la gestione dei rifiuti investe Guidonia di responsabilità per l’intera area est della provincia romana.
L’impianto TMB non dovrà e non potrà essere una risposta per Roma. La sua messa in funzione è sotto giudizio delle magistrature competenti. Qualora decidano per la sua riattivazione sarebbe estenuante una nuova battaglia contro la sua messa in funzione. La sua funzionalità diventa un fatto conseguente alla sua realizzazione. Bisognerà vigilare costantemente sul suo effetto sull’ambiente e, cosa più importante di tutti, non dovrà ricevere i rifiuti che la Regione Lazio gli assegna, non dovrà ricevere la mondezza di Roma. Ed anche se questa è una competenza della Regione Lazio – come si diceva prima, perché è della Regione Lazio la potestà in materia ambientale e di gestione dei rifiuti – il sindaco eletto dalla terza città del Lazio dovrà fare strenua opposizione fino all’ostruzione nei confronti del governo di via Cristoforo Colombo. Ed è per questo che il sindaco di Guidonia dovrà essere una persona forte e svincolata da giochi di partito, sia questo un partito tradizionale siano i Cinquestelle. Un sindaco eletto da liste civiche dà questa garanzia. Il sindaco Aldo Cerroni eletto da quattro liste civicheè questa garanzia.
Ancora nessun commento