Ai blocchi di partenza per dare vita alle candidature che stentano a prendere forma

 

A un mese dalla designazione di candidature e relativi schieramenti, Guidonia si presenta come il solito laboratorio politico nazionale. Superati gli schieramenti tradizionali – centrosinistra e centrodestra – sono i partiti a ragionare sulle modalità per arrivare a candidature condivise.

I problemi per Forzaitalia iniziano già dai candidati per il Consiglio comunale: la tendenza prevalente vorrebbe che il partito di Berlusconi  fosse rappresentato da persone che non hanno fatto parte dell’ultimo corso amministrativo. Candidati nuovi a consigliere comunale, quindi, ancorché una figura convincente di candidato-sindaco. E lì arrivano i dolori. Il gruppo Sassano fa vita a sé e punta sulla sua candidatura che però se ha un indubbio sostegno elettorale, manca di supporto nel partito. La riedizione di Sassano pare proprio non volerla nessuno. Anzi, tra gli azzurri siamo ancora alla fase per cui ogni grande elettore sostiene sé stesso. Un’eccezione è invece la candidata più citata: Marianna Di Maio che però si dichiara insensibile alla lusinga di diventare la seconda donna sindaco di Forzaitalia nella storia di questo partito a Guidonia e la terza nella storia della città.

Sempre nel centrodestra, Fratelli d’Italia lavora per sostenere i suoi punti di programma: non consentire l’arrivo di nuovi immigrati, creare condizioni per l’occupazione, operazione pulizia e trasparenza negli uffici. Prepara liste civiche e per la candidatura a sindaco, si mostra disponibile ad alleanze, ma solo in caso sia netto il ripulisti generale e l’obiettivo difendere la città dall’immigrazione. Alessandro Messa, candidato uscente, lavora sulla forza propulsiva nei quartieri.

Rimanendo sempre nell’ampia coalizione che sosteneva Eligio Rubeis, Aldo Cerroni  da tempo è partito per suo conto con una lista di centro con la vocazione ad assorbire dalle debolezze degli schieramenti in difficoltà sul rinnovamento. Se fosse confermata questa lunga marcia iniziata da tempo, sarebbe lo stesso Aldo Cerroni ad essere il candidato a sindaco.

Nel mondo Pd si riapre con la liturgia delle primarie. Al di là dei candidati già auto-annunciatisi su face book, anche il Pd deve giocare la sua partita sull’elemento di novità. Il Pd deve trovare un personaggio, non espressione di partito, ma della società civile. Come fu per Filippo Lippiello nel 2005, sarebbe perfetto un imprenditore, consolidato nella cultura democratica ma in contempo anche innovativo. Ma il vincolo delle primarie come passaggio fondamentale potrebbe tradursi in un ostacolo per chi non è ossificato nelle dinamiche di partito. In dinamica amministrativa la coalizione con i Democratici Progressisti auto estromessi dal partito, così come altri pezzi della Sinistra non debbono esser dati per scontata. A sfilare sono la credibilità dei candidati e sempre meno il loro nome o il loro consolidamento nella scena politica. Al primo turno il mondo della sinistra potrebbe tentare anche un’avventura per proprio conto abbracciando la conosciuta logica: contarsi per contare. E poi, chissà? In questa situazione nessuno è sicuro di passare al secondo turno.

Ma tutti sanno che il convitato di pietra c’è. E come! Il Movimento cinque stelle appare l’unico che, probabilisticamente, dovrebbe farcela ad arrivare alla sfida del secondo turno.  L’anomalia per il movimento di Beppe Grillo consiste nel candidato a sindaco: data la compattezza e l’irriducibilità dimostrata nella crisi romana il candidato appare secondario.

Quindi il movimento di Beppe Grillo è l’obiettivo. L’avversario sicuro per il ballottaggio. Quindi anche l’avversario da battere per ciascuno dei partiti e delle coalizioni. Dalla sinistra più radicale e la destra più viscerale c’è un motivo conduttore: l’avversione ai Cinque stelle. Ma questo accentua ancora di più la conflittualità tra partiti e candidati per  le garanzie morali. Quindi la campagna elettorale assumerà toni molto radicali. L’irriducibilità e il rinnovamento delle liste sarà il motivo conduttore. L’accusa di riproporre vecchi metodi di gestione e vecchi personaggi sarà la polemica ricorsiva.