Taccuino per il sindaco IV

Sette anni fa il Comune ha sospeso uno dei progetti che mirano alla crescita degli standard di qualità di vivibilità. Si condensano con l’espressione “Smart City”. Significa dare alla città efficienza, salvaguardandone gli standard abitativi e la qualità della vita reale nei propri quartieri. (Ci aveva lavorato l’assessora Mariella Cosola che però terminò il mandato prematuramente).

In una città come Guidonia, multicentrica, i cui centri urbani sono scollegati tra loro, il primo obiettivo deve quindi essere dotare di ogni servizio ciascun quartiere. Evitare viaggi per qualsiasi esigenza. Pare un sogno ma si tratta di uno standard raggiungibile sul quale fino a qualche anno fa la città era impegnata, insieme e in coordinamento con altre realtà urbane d’Europa.

Smart City significa innanzitutto – come avevamo già scritto qui – “produrre più energia di quella che si consuma, eliminare l’emissione di anidride carbonica, impianti fotovoltaici su abitazioni in autonomia energetica, wi-fi, ma anche supermercati dove il genere ortofrutticolo è a chilometri zero”.

L’obiettivo finale consiste in un imperativo globale diventato di grande urgenza con la crisi dovuta al conflitto russo-ucraino. Consumare meno risorse: dal gas per i riscaldamenti all’energia elettrica per l’illuminazione delle strade.

Ma nel quadro della stessa realtà urbana si tratta della capacità di far funzionare il sito telematico come un vero e proprio centro servizi in grado di dare ogni certificazione attraverso il sistema di collegamento con ogni singolo cittadino.

Un lavoro tutto da riprendere. Qualsiasi amministrazione che sostituirà questa dovrà ripartire da questa esperienza appena iniziata.