L’appuntamento era stato rimandato più volte. Si sa, l’inquietudine di Sgarbi non è solo intellettuale, dilaga nei comportamenti e nella libertà di cambiare progetto durante il giorno. Ma il dato positivo è che anche Sgarbi ha curiosità nel conoscerci. Sono le prime uscite di rappresentanti di Rinascimento nelle realtà locali. E Sgarbi vuole conoscerli bene quelli che hanno aderito al suo movimento. Brioso, temperamento da artista che parla di artisti, è liberamente ispirato da politica e cultura nazionale. Ma vuole anche controllare personalmente come avviene il reclutamento per Rinascimento, il movimento politico da lui ispirato. La casa è un esempio di arredamento barocco. Sfarzoso, legno massello, divani dal gusto Rococò molto abbondanti che ispirano allo sbraco. I libri però fuoriescono in ogni dove. Accatastati a terra, stipati con ordine, quasi a segnare il fatto che in ogni momento “il professore” possa concentrarsi sulla lettura. Affissi ai muri solo capolavori del Rinascimento italiano – Come potrebbe essere diversamente? – Sgarbi prima di iniziare la riunione davanti ad un caffè parla, riceve telefonate, si alza, interroga e si interroga. Ci vede e ci fa. “Ah Bene. Voi siete di Guidonia. Che si dice a Guidonia?” E poi si interrompe per una telefonata.
E finalmente si parla di politica. Vittorio Sgarbi è interessato a sapere il perché dell’adesione di Maurizio Neri che a nome di Rinascimento ha deciso di aderire alle quattro liste civiche. “Perché non con il centrodestra?” “A Guidonia abbiamo valutato così – risponde Maurizio Neri – C’è bisogno di una grande spinta. Bisogna imprimere il senso di un rinnovamento vero”… Ed è così che insieme ad un economista e a un professore universitario di Tor Vergata il caffè con fette di crostata a contorno è uno stimolo in più a ragionare e capire. Ci si interroga sul futuro, sulle forze in campo e sul contributo che può dare il partito del Rinascimento capitanato da Vittorio Sgarbi. “Dobbiamo rilanciare il senso del futuro e della prospettiva. Ma insieme essere il momento dell’ancoraggio al nostro mondo, alla nostra tradizione” – insiste il professore di Tor Vergata. Secondo l’economista invece il destino di Rinascimento è di guardare alla riformulazione di un nuovo centrodestra. “È inevitabile. Oramai non possiamo fare a meno di questa categoria politica, ma questa categoria politica è stata finora sorretta solo da Berlusconi. Dobbiamo farla diventare cosa, ragionamento comune, valori condivisi”. Si aggiunge un nuovo amico per il caffè . È un parlamentare europeo: “sul progetto bisogna solo lavorare e il successo è certo. Anche il movimento di Grillo non si è formato in pochi anni, come vogliono far credere. Casaleggio ci lavorava da almeno dieci”. Sgarbi ascolta. Annuisce. Nei ragionamenti sembra voglia far tesoro di tutto. Ma pare che non voglia condividerli del tutto. La verità è sempre più avanti e per coglierla bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo. Le parole da dire sono tante, ma il tempo incombe. Ci sono gli appuntamenti. “Ma voi non avete niente da fare? Non avete la campagna elettorale?” L’abitudine a dare la stilettata non risparmia i nuovi amici che siamo noi. Al momento del saluto le foto di rito che però non voglio siano di rito. Il selfie col divo non significa niente. Serve a perpetrare il divo. A dire: lo vedi? L’ho conosciuto! Qui interessa trovare la formula giusta perché la proposta di rinnovamento arrivi a coinvolgere un terreno sempre più ampio di persone. E la foto è solo un ricordo da condividere con amici. “Bene così – ferma le chiacchiere – Adesso dimostrate di aver avuto ragione”. È questo il commiato. “Mi raccomando Maurizio! Guidonia ha bisogno di te!” E se ne va. Come nel finale di Casablanca. “Ci sono le premesse perché tra noi nasca una forte amicizia”.
(I nomi dei presenti a questo incontro non sono citati per scelta, trattandosi di personalità a livello nazionale che forse non vorrebbero essere menzionati e a cui non è stato detto che sarebbe uscito un articolo su questo nostro incontro).
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