Nel documento di programmazione e sviluppo 2016-2018 del ministero della salute il termalismo risulta come la risorsa del futuro per il benessere, quindi per la creazione di nuova impresa
Guidonia avrebbe già scritto il suo programma per uscire dalla depressione economica indotta dalla condizione generale. Guidonia essendo un condensato di condizioni atte a creare impresa potrebbe essere una fucina di nuove attività. Si parte dal potenziamento delle sue aree industriali e dell’area a ridosso del casello autostradale. Ma un eterno incompiuto che Guidonia si lascia dietro consiste nel Parco Termale. Nel 2003 in Provincia di Roma era stato delineato un progetto che doveva unire i comuni di Tivoli, concessionaria esclusiva del bene sorgivo, e Guidonia per la realizzazione di un grande Parco Termale. Nel progetto di massima si prevedeva un nuovo quartiere residenziale tutto da realizzare attraverso il restyling della zona che va da Tivoli Terme e Villalba. Una grande circonferenza che spezzava il percorso della via Tiburtina per ricongiungerlo all’altezza di Villanova. Un nuovo collegamento con la rete autostradale. Il nuovo quartiere termale a ridosso di Roma sarebbe un valore aggiunto dalle potenzialità incalcolabile. A difendere il potenziale di cura del termalismo un documento approvato dal vice ministro della salute che ravvisa nel termalismo una risorsa importante per la creazione di benessere fisico. Con l’espressione termalismo però si deve intendere qualcosa di nuovo. Si dice infatti: “da una concezione statica dello stabilimento termale ad una concezione dinamica di percorso termale, nel senso più ampio di wellness e di educazione verso stili di vita salutari”. Diversi tentativi sono stati effettuati ma oramai sono targati da un grave limite temporale. Il sindaco Umberto Ferrucci e dopo di lui Ezio Cerqua osarono porre la proposta dello sgarro a Tivoli: la richiesta alla Regione Lazio che fosse messo in comune un bene – la risorsa termale, l’acqua – la messa a disposizione di un altro bene insostituibile, il territorio – affinché creare un’intera zona turistica dedicata. Tentativi diversi, fino alla dichiarazione di chiedere alla Regione l’autorizzazione ad utilizzare le risorse vincolate al Comune di Tivoli secondo una convezione che oramai è al di fuori della storia.
Chiunque sia il nuovo sindaco di Guidonia Montecelio dovrà farsi protagonista di questo progetto che negli ultimi quindici anni è rimasto chiuso, imbavagliato, sigillato nei cassetti e considerato tabù parlarne. Questa idea di impresa pubblico-privato dovrà essere rispolverata e fatta carico di tutte le implicazioni di crescita urbanistica che richiede.
Al momento si parla di termalismo come grande chance per l’Italia, nel ministero della salute. Ebbene può essere una grande opportunità per i Comuni di Tivoli e Guidonia. Se solo si svegliassero abbandonando l’anacronistica competizione sulle rispettive povertà.
Ancora nessun commento