Ci sono piccoli esempi in cui emerge il sommerso di una cultura politica. Quella dei Cinque Stelle pare uscire da un romanzo di Pasternak in cui per dire quello che si deve dire c’è bisogno del consenso del partito. Questo significa che in piena campagna elettorale dove ogni iniziativa politica deve essere solo comunicata alla Polizia di Stato. Non ci sono permessi.

Però in pieno caldo da agosto assolato, con cappa che rende l’aria ancora più umida e appiccicosa tre banchetti in piazza Colleverde, davanti la chiesa di San Remigio, uno della Lega, l’altro del Pd e un altro ancora del Movimento Cinque Stelle. Il quartiere è vuoto. Pochi i fedeli che solo distrattamente si avvicinano al banchetto della Lega. (Colleverde è sempre stato un quartiere di riferimento per la destra cittadina). In questo clima di “disperazione tra gli zingari”, dove la domanda centrale consiste sul quanto certe forme di incontro sociale siano state totalmente soppiantate e come invece abbiano una loro necessità … Ecco che ti esce il busillis.

Il rappresentante dei Cinque Stelle chiama i vigili urbani perché ritiene che quelli della Lega non abbiano il permesso di aprire il banchetto. Ma lo stesso quesito l’hanno rivolto per il gazebo vuoto del Pd che sta davanti a loro? Non si sa. Si sa solo che con estremo garbo i due vigli si avvicinano al capannello della Lega chiedendo di poter mostrare il cosiddetto “permesso”.

Dal Movimento Cinque Stelle si incalza dicendo che fu emessa una circolare o un’ordinanza – non si capisce bene – sul fatto che chi si esponeva in piazza doveva chiedere l’autorizzazione per occupazione del suolo pubblico.

Di qui ne scaturisce il ‘botta e risposta’:

“Ma non vi vergognate? Proprio voi che siete fermi da da cinque anni”…

“E noi non lasciamo il bilancio coi debiti … Così voi volete governare?”

“Ma guardatevi voi? Siete soli perché la gente vi ha abbandonato visto che per cinque anni non avete fatto niente”… (I virgolettati sono assai più edulcorati che le parole dette effettivamente).

Indipendentemente dall’esito di questo sketch arrivata l’ora del pranzo quelli della Lega decidono di smobilitare lasciando la piazza vuota.

Lo spunto di riflessione che si vuole proporre guarda allo spirito della libera espressione di pensiero presente in certi settori della politica. Incontrare la società è consentito – per alcuni – solo se si dispone di un permesso. Deve esistere un’autorità pubblica che ti dà il lascia passare per poter incontrare le persone a cui tranquillamente esporre le proprie idee e dare le indicazioni di voto – cosa che dovrebbe essere ordinaria in un paese dove si esercita il libero pensiero e la conformazione democratica della tanto declamata Costituzione solennemente afferma.

Tutto questo pare non essere sufficiente. Occorre il permesso. E poco importa se questo permesso di vivere lo rilascia il partito oppure i Vigili Urbani. Non puoi essere libero se non hai il permesso di esserlo.

Una dura lezione nella calura pre-estiva.