Oggi, venerdì 7 aprile, la presentazione del programma alla stampa
“C’è una generazione che non vuole morire democristiana”. “Ce n’è un’altra che in vita non ha mai conosciuto la Dc, ma detesta il metodo del consociativismo, dello scambio di favori in funzione del voto”. Questa sinistra a Guidonia vuole dire la sua. Essere di rottura. Non regalare l’opposizione ai Cinquestelle. Ma anche, “impedire che lo spontaneismo governato dal web vesta i panni di un riformismo che quando ha operato nelle città non ha mai risolto nulla”. Esempio Roma. Nel dibattito che ha portato all’ideazione della lista, come sempre è stato nella sinistra vera, c’è bisogno di discutere. Discutere moltissimo. Parlare e sfogarsi. Tanto che questa presentazione era prevista venti giorni prima. Oggi, venerdì 7 aprile c’è la presentazione alla stampa. Come nel metodo che ha sempre governato la strategia della prassi, la discussione deve essere piena. Non si dà spazio a improvvisazioni quando ci si troverà sul campo. E poi, informare i giornalisti. Fase successiva immergersi nella realtà concreta, parlare col proprio elettorato di riferimento, parlare con la gente, sempre più annoiata dalle forme di partito, dalla rappresentazione di un quadro della realtà che la politica, in genere, non riesce più a comprendere. Dopo lo slancio motivazionale il programma. Sinistra Popolare, questo è il nome scelto che vuole unire chi si sente di sinistra ma contesta il Pd, ha redatto un programma sintetico dove indica le cose che vuole fare. E come è sempre stato nella tradizione riformista italiana, innanzitutto si chiarisce il metodo: democrazia, democrazia, democrazia. Nei quartieri, nelle scuole, nella possibilità di scegliere e gestire da parte del popolo. Centralità del lavoro. Sostenere e aprire a imprese dell’innovazione. Ma non sfuggono all’urbanistica: cifra sulla quale si è sempre misurata la crisi a Guidonia. Ebbene, è possibile la gestione del piano regolatore e la sua variante, ma per dare spazi di confronto e di socialità ai cittadini, escludendo tentativi predoni di nuove edificazioni che relegano Guidonia all’aggressione di un settore irrimediabilmente in crisi. Il recupero funzionale e le infrastrutture sono la sola strada da segnare.
Detto questo. IL nome del candidato sindaco? No! La realtà, come la verità, si concede per gradi.
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