IL Polo Civico traccia l’ironica scena del sindaco che dovrebbe aver trovato la sua maggioranza ma è sempre più isolato
IL set è la sala del Consiglio comunale. Solo che gli attori si dileguano. Quello che dovrebbe essere il regista-protagonista-primattore appare invece come comprimario. Assiste alla conta degli assenti. IL Consiglio comunale non avrà luogo neanche stavolta. È giovedì 16 luglio. Ma potrebbe essere anche un altro giorno. Si tratta di una scena che si ripete in modo stancamente monotono.
Una scena che però “racconta altro”. E qui inizia la narrazione del Polo Civico.
Barbet, come i democristiani doc – l’interpretazione del Polo CIVICO – gioca ai due forni. Ma da entrambi non trova pane. Sia quelli che un tempo erano i suoi sia il PD pare abbiano con lui un rapporto di diffidenza e hanno piena contezza dell’altro forno, quindi rendono inaffidabile lo stesso Barbet che dovrebbe essere il dominus dando le carte. “Con una mano – dice il Polo Civico – il Sindaco tratta la salvezza con il PD, con l’altra cerca i dissidenti che l’hanno abbandonato pur di mantenere a galla un’amministrazione che fa acqua da tutte le parti ed ormai è finita, tanto nei fatti quanto nella visione”.
Quelli del Polo Civico però ce l’hanno anche coi partiti che assistono allo sfacelo. “I partiti ed i movimenti nazionali spesso hanno dimostrato di non amare Guidonia Montecelio, più semplicemente l’hanno spesso usata. Non avendo a cuore, quindi, né le sorti della nostra città né quelle delle classi dirigenti locali, sacrificate senza grosse difficoltà per assecondare equilibri romani e regionali”. E poi arriva la bordata verso il sindaco e la sua maggioranza. “Il piatto di lenticchie messo sul tavolo per ottenere i numeri consiliari, non è tanto il tradimento alle dinamiche di consiglio e il punto più basso raggiunto da un’inesistente e pessima classe dirigente, ma l’ultimo capitolo di una saga funesta per la Città e che ha deluso definitivamente coloro che autenticamente e a nostro avviso un po’ ingenuamente avevano provato a pensare che il Movimento 5 Stelle davvero rappresentasse qualcosa di diverso rispetto agli altri”.
Di qui l’inno al civismo come sola forma per uscire dalla crisi che è quella dei partiti, ancor prima che del Movimento Cinquestelle. “Oggi, ora, è davvero giunto il momento che classi dirigenti locali, competenti e consapevoli, si riapproprino di Guidonia Montecelio, del suo e del nostro destino e ciò non sarà possibile con i partiti e nei partiti”.
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