
Chiunque si sarà chiesto almeno una volta nella vita: cosa si discute nelle riunioni di maggioranza? Se c’è una crisi in atto può il fatto di essere tutti attorno a un tavolo risolvere parlandone? Vogliamo veramente dare l’idea della democrazia organizzata come una terapia di gruppo per soggetti con complessi etilici?
Ai giovani che si tengono a distanza dalla politica praticata si dirà che le riunioni di maggioranza sono quasi sempre prodromiche di qualche siluramento. Per svariate ragioni c’è un pezzo di governo che deve essere sostituito e allora si mette la scusa della sua scarsa produttività, del rilancio, della necessità di dare una spinta propulsiva e si fa fuori il povero malcapitato.
Tutto diverso da quel che sta accadendo a Guidonia dove la maggioranza civica, che come le giraffe ha il collo lungo e guarda lontano, prevedendo nel post voto alle regionali il governo della Pisana senza Pd, ha provveduto quindi a farlo fuori in tempi record.
Si riunisce la maggioranza, quindi, senza PD – come ci informa Elisabetta Aniballi.
IL povero PD dalle stelle alle stalle dovrà iniziare a pensare a una sua collocazione, tanto più nei suoi massimi rappresentanti che pensavano di svernare a Palazzo Guidoni il lungo inverno di crisi in cui sarebbero stati ben lontani dalle leve di potere.
Le sciagure arrivano tutte insieme ed alcune si anticipano. È meglio quindi saperle prima le cattive notizie. Assessori, plenipotenziari di Guidonia si preparino a tornare a vita privata. In fondo anche le occupazioni domestiche sono pregne di piccole soddisfazioni e hanno il bene in sé di non correre il pericolo di vedersi arrivare degli avvisi di garanzia, come solitamente avviene oggi ad amministrare la cosa pubblica.
Ma i militanti di maggioranza a Guidonia sono appesi a un filo. La candidatura di Marco Vincenzi che dovendo ripiegare dalle sue aspirazioni parlamentari dovrà candidarsi nuovamente in Regione Lazio. Con un cavallo come Marco Vincenzi tutti gli altri nell’asse Est avranno vita più difficile a captare voti. Se l’ex sindaco di Tivoli dovesse farcela un ruolo potrebbe esserci per tutto il PD. Difficile però pre-figurare questo ruolo, tanto più che molto incerta appare la vittoria col candidato presidente Alessio D’Amato diversamente sostenuto dal centrosinistra.
Il serrare le fila da parte del PD dovrà imporgli di convocare una loro maggioranza. Sì, perché il tot capita tot sententiae presente nel mondo dell’ex presidente Zingaretti è tanto e tale che si può comporre un’autentica variegata kermesse di voci: ciascuna rappresentativa di sé stesso e tutte insieme del partito. E allora questo potrebbero fare per i civici che si trovano a governare la città: lezioni su come si governa un organo decisionale partendo da posizioni diametralmente opposte. Ma, anche qui, visti gli esiti, nessuno li vedrebbe come autorevoli per prendere lezioni.
Ancora nessun commento