Dal governare la città all’essere ridotti a zona ininfluente con circa il 27% di coalizione. L’elettorato ha liquidato il governo del Pd e il loro disperato tentativo di dare vita all’amministrazione guidata dai Cinque Stelle.

Che fosse un tentativo disperato, quello di rimettere in piedi un’idea di governo che non si reggeva, era chiaro a tutti fin dall’inizio. Non a caso prima della ricomposizione del nuovo quadro ci fu un tentativo andato fallito. E poi invece ci fu la forzatura. Cinque Stelle e Pd hanno deciso di condividere le loro sorti ma l’operazione non è piaciuta all’elettorato di entrambe le formazioni e non è stato argomento convincente il fatto che a livello nazionale si sia deciso di fare lo stesso.

Ora va detto che la differenza tra la debacle totale del centrosinistra e la possibilità di giocarsi una chance giace su 191 voti. E’ questa la differenza tra la coalizione rappresentata sostanzialmente solo dal Pd e la coalizione di centrodestra.

Va detto anche che la statura Zen e lo spessore riflessivo di Alfonso Masini (28%) dovrà vedersela col prorompente Mauro Lombardo (35%), forte di avere iniziato la sua campagna elettorale col Nuovo Polo Civico da molto prima della fissazione della scadenza elettorale. Il Nuovo Polo Civico c’è stato sempre. Ha comunicato con la città e sui Social con molta sagacia. Così la formazione degli estremisti di centro ha avuto modo e maniera di sedimentare e corroborare. Fin quando è arrivato l’aiutino di candidati naturali del centrodestra che, sfilatisi dalla compagine di Masini, si sono invece candidati nel Nuovo Polo Civico. È il caso dell’avvocato da Settevile (Michele Venturiello), l’esponente di Forza Italia ed ex segretaria di Eligio Rubeis (Arianna Cacioni), e un candidato forte in predicato alla Lega (Andrea Mazza).

Ma per arrivare ad essere la prima coalizione che arriva al ballottaggio sono servite a poco anche le acquisizioni di candidati forti. IL 12 giugno si è espressa una chiara tendenza politica a Guidonia. Questo va detto. Ora arriva per loro arriva il compito reale. E’ il momento della finalizzazione. Bisogna riportare il proprio elettorato a votare e chi ne porta di più ha vinto le elezioni.

È un compito al quale il centrodestra dovrebbe essere più attrezzato. La coalizione di Alfonso Masini ha dalla sua partiti organizzati: tre squadre che in campagna elettorale per il primo turno hanno già lavorato come separati alla nascita. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia ora dovranno trovare comunità d’intenti se vogliono vincere. Ma ad Alfonso Masini non sarà sufficiente ripetere le idee forza sui Social. Dovrà dimostrare di avere una squadra di governo.

Ma al di là di cosa faranno i due candidati rimasti in piedi, si deve vedere come intenderanno muoversi per promuovere apparentamenti, sia ufficiali che non. Cosa faranno gli elettori del Pd? Cosa preferiranno fare coloro che nel Pd sono entrati, forti di rappresentare, col 18%, il primo partito dalla città? Staranno contro gli avversari di sempre oppure si volgeranno contro coloro da cui sono stati scavalcati nel ruolo di antagonisti? Abbracceranno la logica leninista del “tanto peggio tanto meglio” oppure arriveranno a più miti consigli cercando un accordo col Nuovo Polo Civico? Ma alla coalizione di Lombardo conviene un apparentamento col PD? Le linee telefoniche sono già incandescenti. Dirigenti post comunisti cercano di trattare una condizione di coabitazione al governo della città con il post fascista.

E Zarro? Encomiabile la sua performance che ha lambito il 10%. Sicuramente tutti voti in fuga dai Cinquestelle. Ed ora dove vanno quei voti? Probabilmente al mare.

Ma in ogni caso, come al solito, senza troppe camerille, la capacità di chi avrà la vittoria finale sarà quella di riportare il proprio elettorato a votare. E data l’affluenza al primo turno (45,98%) non c’è tanto da sperare sulla partecipazione al voto che sapranno dimostrare i cittadini. Ma anche in tal senso potrebbero sempre esserci sorprese.