Uno strano fenomeno si verifica a Guidonia. Nell’assenza totale del dibattito e delle prospettive della città, il minimo sindacale che ci si aspetta da chi amministra, pur dai banchi dell’opposizione, non c’è.

E non se ne capisce il motivo. Non si tratta di una trovata tenerezza nei confronti dell’amministrazione cinquestelle, contro la quale qualsiasi consigliere di opposizione dice tutto il male possibile. Si tratta invece di mancanza assoluta di vivacità nello scontro, di totale assenza della voglia di cambiare o anche solo di discussione.

Si legge infatti sul blog di Elisabetta Aniballi che la tanto conclamata crisi finanziaria del Comune scompare quando si spendono danari per una miriade di contestabili sostegni ad associazioni con formule semplificate per assegnazione incarico. Pullulano gli affidamenti diretti.

Sempre su Elisabetta Aniballi si legge che il Comune provvederà alla realizzazione di tre piccoli impianti per l’organico nei quartieri Setteville, presso l’aeroporto Barbieri e a Colleverde. Tre soluzioni che non risolvono gran che nel circuito della differenziata, ma sono adottati per dimostrare che comunque qualcosa si fa sull’annoso capitolo della mondezza.

Continua l’attività di servizio per il cittadino, ma sempre sugli organi di informazione, attraverso Tiburno dove si legge dell’improvvida decisione di realizzare le strisce blu al centro di Guidonia in modo del tutto illegittimo. Una gaffe non da poco che però accomuna questa amministrazione con quella di Lippiello e Rubeis. Ma tant’è!

In questo clima molto acceso non appare altrettanto forte il clima di contesa all’interno dell’amministrazione dove le opposizioni paiono aver dimenticato il loro ruolo.

La Lega con Alessandro Messa ha deciso di essere tra la gente e coltivare nella pubblica piazza le occasioni di scontento. Fratelli d’Italia lanciano un’offerta di candidatura da parte di un big della città: Adalberto Bertucci. Come dire, inutile invischiarsi nelle querelle attuali bisogna ricominciare un capitolo nuovo nella storia di questa città. IL Pd è chiaramente in difficoltà per il suo ruolo di partner nel governo nazionale. Ma almeno qualche parolina di avvertimento sulle continue lamentele che arrivano da chi ha scelto di stare all’opposizione potrebbero dirla. Nel ruolo dei primi della classe quelli della Lista Civica che centellinano comunicati come sentenze ma è altrettanto forte la loro assenza nella vita attiva della città.

È chiaro: che tutti vogliono convocarsi tra due anni per misurarsi e contarsi. Che oggi non fa comodo a nessuno un sindaco e una giunta dimissionaria e nuove elezioni. Che il caos tattico parte da Roma, senza quadra per le candidature sia a sinistra che a destra – unica certezza è Virginia … Anche il Papa ma quello non è eletto dalla gente.

Capiamo tutto. Ma è dovere etico di chi ha scelto la politica come sua missione quello di saper individuare dei percorsi e su questi chiedere il consenso. Quando, tra un anno e mezzo più esattamente, ci si affretterà a lavorare per questa fase sarà oramai troppo tardi. E anche al tramonto dei Cinquestelle potrà proporsi solo qualche altra soluzione civica, prossima all’inevitabile eclissi successiva. Siamo alla fine della politica?