Arriva la nuova sinistra unita che parla di solidarietà, lavoro… Ma anche di una città moderna

Guidonia è il laboratorio di un nuovo progetto politico. Deve trovare un nome. Ha però le idee precise. Sono i desaparecidos della militanza attiva, i volenterosi dell’impegno civico, chi lavora nelle associazioni e parla alla città. Ma soprattutto mettono in primo piano il concetto e la pratica di cosa pubblica. Si riuniscono in una lista con candidato sindaco e vogliono misurarsi sulla base di quel che riusciranno ad esprimere, senza alleanze né accordi a distanza. Vogliono parlare alla città in modo chiaro e netto. L’incontro che sancirà la costituzione del nuovo soggetto si prevede al Bivio di Guidonia giovedì marzo. Martedì 28 probabilmente l’annuncio alla stampa. Il nome del candidato sindaco ancora non c’è. Lo spirito torna ad essere collettivista. Obiettivo: recuperare una fascia elettorale di cittadini che non vogliono morire democristiani.  Pd intenda. È chiaro che il corso del nuovo volto del partito democratico non piace. Né a livello nazionale né a livello locale. “Le vecchie sezioni trasformate in comitati elettorali che si attivano solo nella circostanza della scadenza dove si chiede il voto”… “La sinistra non può far a meno di questo grande motore che è il rapporto coi cittadini. Dobbiamo ridare valenza al primato assoluto della cosa pubblica”. Le parole di chi lavora al progetto fluiscono e sanno dove andare a colpire: “Ciascuno si senta parte di un tutto e lavori unicamente per avere una città più pulita, una città senza rifiuti, una città organizzata in ogni suo ambito: commercio, piccola impresa, lavoro, divertimento, cultura e sport”.

In sostanza c’è aria di nuovo a sinistra. Non si tratta dei marxisti leninisti. O meglio non solo di loro. Entrando nello specifico l’obiettivo è arrivare a duemilacinquecento voti. La soglia dovrebbe consentire di arrivare a imporre almeno un Consigliere comunale. Di lì cominciare un nuovo corso. Dimostrare che l’opposizione non la fa solo Cinquestelle. “Noi, a differenza, abbiamo idee chiare sulla città”. “Senza impostazione e metodo – aggiunge una giovanissima – non è possibile fare nemmeno l’opposizione. Figurarsi governare!” “Rimanendo in tema di governo, la lista civica non intende fare alcun apparentamento col Pd – son tutti d’accordo su questo punto – In questa fase è evidente che questo partito è pronto ad ogni accordo pur di governare e mettere il cappello”.

Le idee sono chiare. In rapida sintesi rielaborata dal cronista:

1) Partire da un piano per l’occupazione, a) Potenziare le aree industriali di Tavernelle, b) rafforzare la presenza di attività nel polo del Car, c) realizzare una nuova realtà di attività a ridosso del casello per un nuovo insediamento di imprese eco e solidali.

2) Sull’ambiente. Procedere per la bonifica della discarica all’Inviolata, dotare ogni quartiere di spazi verdi. Una città della solidarietà: creare le condizioni per dare forza a piccole attività artigianali autogestite evitando che l’immigrazione presente non si trasformi in disagio e devianza sociale.

3) Tutela della persona e diritto alla salute. Rafforzare il polo sanitario presente sulla Tiburtina perché diventi in tutto e per tutto una nuova realtà ospedaliera utile all’intero asse nordest della città metropolitana, essendo nelle vicinanze del casello.

In sostanza la lista civica parte da sinistra ma per un progetto sulla città, non semplicemente per elevare il grido di dolore e di protesta.

Gli incontri in questi giorni stanno avvenendo nelle sedi tradizionali delle piccole organizzazioni alla sinistra del Pd, ma anche nei singoli quartieri, da Colleverde a Montecelio, da Villalba ad Albuccione, dove si è impegnati a portare almeno tre candidati che siano di rappresentanza e portino voti effettivi. Nessuna selezione attraverso il web. La selezione avviene attraverso incontri pubblici. Parlando, discutendo, confronta dosi, ma uscendo con una linea che accomuna tutti: dare un’alternativa a Guidonia, non rimanere chiusi nella logica dei grandi schieramenti nazionali. Non esiste quel che è imposto dall’Europa. C’è anche quello che vogliamo e possiamo fare. “Possiamo!”