Lega e Fratelli d’Italia marcano stretto il territorio. Se qualcuno si fosse chiesto quale sarebbe stato l’atteggiamento a Guidonia dei due partiti, davanti agli esiti del governo che vede Cinquestelle e il partito di Salvini al governo, ha la sua risposta.
Lega e FdI appaiono ben attenti a quanto accade nella Città dell’Aria e non fanno sconti. “Il 10 maggio – dice Anna Maria Ammaturo, consigliere comunale della Lega – c’erano 9 roulotte oggi 11 giugno ben 19 caravan e decine di auto nelle strade appena costruite e pagate con i soldi della Comunità nel Pip 2, l’area industriale di Guidonia Montecelio a ridosso della Tiburtina tra la Pista d’Oro e Setteville, in mezzo a decine di stabilimenti”. E anche da Fratelli d’Italia: “fa effetto – consigliere Anna Maria Cacioni – camminare tra fili di bucato stesi, bambini ignudi e coperte lungo le strade appena asfaltate occupate dai Rom. È necessario intervenire per evitare che i terreni adiacenti non diventino vespasiani all’aperto”.
IL comunicato della Lega firmato congiuntamente conclude politicamente: “Il controllo del territorio è tra i compiti dell’Amministrazione Barbet il cui fine è di assicurare gli interessi della Comunità ma è evidente che una volta eletti si dimenticano del Popolo e delle istanze”.
Di qui la valutazione dello stile. Non si tratta di una comunicazione gridata. Non lancia uno stato d’accusa contro l’amministrazione in carica. Evidenzia un problema serio. La base produttiva della città deve essere tutelata. Le imprese del Piano di Insediamento Produttivo convivono già in condizioni che non sono quelle di un vero e proprio quartiere artigianale dotato di servizi. Ed è una forma di ingratitudine che la città si è sempre fatta carico verso il pianeta impresa. Anche vero che l’amministrazione comunale ha poteri limitati sul mantenimento dell’ordine pubblico relativamente alla presenza di cittadini immigrati e rom. Il sindaco può fare pressione verso il Ministero dell’Interno e la Questura locale, ma il più delle volte ne ottiene magre soddisfazioni. L’insistita segnalazione della Lega e di Fratelli d’Italia rimette al centro l’inadeguatezza dei poteri di un sindaco verso la sicurezza della sua città. L’espressione “massimo rappresentante della sicurezza” riferita al sindaco infatti oramai appare pletorica. Ben altre sono le modalità per ottenere il controllo della città. Ben altri i limiti che ogni amministrazione evidenzia.