Da sempre lo sport è il veicolo sociale che serve per colmare i difetti di impatto sociale della politica. Succede anche a Setteville dove a seguito di una manifestazione sportiva in cui è stato invitato il candidato a sindaco del Nuovo Polo Civico Mauro Lombardo, i Cinque Stelle protestino per la mancanza del “permesso”. Lo stesso “permesso” con cui, sempre i Cinque Stelle, avevano contestato il gazebo del centrodestra a Colleverde. Questa del permesso è proprio un’ossessione per i Cinque Stelle.
È chiaro che ogni azione ha bisogno di regole concordate e la notifica presso il comando di polizia, in situazione di campagna elettorale, è richiesta dalle forze politiche per informare di quel che sta accadendo nel quartiere e agevolare il loro compito di controllo dell’ordine pubblico.
Arroccarsi sul “permesso” (che permesso non è) per animare polemiche sulle regole e sui giusti comportamenti, aggiunge un elemento di conoscenza già noto. Ed è la necessità del sentirsi sudditi di un ordine superiore, anche nelle condizioni in cui le azioni del libero pensiero, del libero trovarsi e incontrarsi, sono pane quotidiano del vivere sociale – ancor prima dello spirito democratico a cui sottendono.
Noi tutti ormai vogliamo bene ai Cinque Stelle. I loro lamenti fanno parte del cicaleggio quotidiano. Se non ci fossero ci mancherebbero. Riescono a editare costantemente la tendenza a guardare il dito e non la Luna.
A dirimere la questione si Setteville, il candidato sindaco Mauro Lombardo garantisce che il “permesso” era stato chiesto. (E si insiste. Non si tratta di permesso ma di notifica di un evento di interesse sociale). Con buona pace potranno applaudire ai protagonisti dell’evento sportivo in sé? Oppure dire cosa vogliono fare della città, qualora fossero confermati alla guida dell’amministrazione pubblica in piazza Matteotti?
È una campagna elettorale inspiegabilmente troppo priva di contenuti e di acuti come proposte per discutere dei “permessi” per esistere.
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