La scena della Regione Lazio dovrebbe avere un finale certo ma mai dare niente di scontato …

Oramai comincia la campagna elettorale vera. I candidi sono partiti dai blocchi di partenza e stanno sul campo a tamburo battente. Venerdì 27 alle ore 18 è la volta di Francesco Rocca al Grand Hotel Duca d’Este. L’evento è organizzato da Fratelli d’Italia.
Risponde il Partito Democratico, sabato 28. Alle ore 10 al ristorante La Veranda – via Lago dei Tartari, 32 – ci sono i due candidati Mario Ciarla e Eleonora Mattia.
Sempre sabato, ma alle ore 18,30, stavolta al Park Hotel Imperatore Adriano c’è Massimiliano Valeriani che presenterà sé stesso e la sua candidatura col PD, insieme a Nicola Zingaretti. Tutti insieme appassionatamente per D’amato presidente.
Secondo Ipsos, nel Lazio la maggioranza del 41,2% sta con Francesco Rocca. Il vero contendente, Alessio D’Amato, lo segue al 34,1% – sette punti in meno. Sarebbe un’impresa titanica colmare questo gap in diciotto giorni. Si ricorda sempre che le elezioni si effettuano la domenica e il lunedì del 12 e 13 febbraio. Alessio D’Amato però spinge come un gregario in fuga davanti al suo rivale perché la tendenza lo dà in graduale recupero. Nuoce però l’altra candidatura. Quella dei Cinque Stelle che con Donatella Bianchi che, sempre i sondaggi, che si attesta al venti per cento delle preferenze.
Ed è direttamente Nando Pagnoncelli che sul Corriere della Sera ci dice che nel Lazio “oltre sette cittadini su dieci si dichiarano soddisfatti della qualità della vita” ma “il giudizio sull’operato dell’amministrazione Zingaretti è più tiepido: solo il 50% dà un voto pari almeno a 6”. Del sondaggio spiega che D’Amato è più conosciuto di Rocca ma l’insoddisfazione sui trasporti e sui tempi della Sanità finiscono per essere un boomerang per l’ex assessore dalla Sanità di via Cristoforo Colombo a Roma.
Ma per dire l’ultima parola si attendono anche i risultati delle varie liste di accompagno degli schieramenti con la capacità che sapranno dimostrare di spostare voti grazie ai loro candidati.
Sui grandi partiti nazionali si ripete, grossomodo, la tendenza nazionale. Fratelli d’Italia anche nel Lazio si pone come primo partito al 29%. Ma è anche vero che il PD si presenta con un 21,1% che farebbe sperare nell’inizio della fine della crisi. Lega e Forza Italia fanno quel che possono con il cinque per cento rispettivamente.
Gli organizzatori della campagna elettorale del centrodestra (se esistono) farebbero bene a preoccuparsi del fatto che la somma dei partiti di colazione supera le preferenze per Francesco Rocca. (Si ricorda infatti che anche per le regionali è possibile dare un voto differenziato: votare un presidente ma in contempo un partito di uno schieramento che non è il suo). L’omonimo dello storico terzino della Roma infatti non pare godere di tanta fiducia se c’è un divario di circa il due per cento tra la dichiarazione di preferenza per il presidente e la sommatoria dei voti di lista.
Gli organizzatori della campagna elettorale del centrosinistra (sicuramente non esistono, lì ‘ciascun per sé Dio per tutti’) dovrebbero far girare di più e meglio Alessio D’Amato: meno convegni più mercati e gente comune, in più stringere sul senso di referendum che era stato dato all’inizio di questa campagna elettorale e che è all’origine della diaspora coi Cinque Stelle: termovalorizzatore sì o termovalorizzatore no? D’Amato si era pronunciato nettamente per il Sì, diversamente dagli altri. Su questo versante dovrà capire se i cittadini del Lazio lo seguono.
Vero anche che se ciò non avvenisse, se D’Amato non prendesse la maggioranza sulla parola d’ordine di fare i termovalorizzatori, sarebbe difficile per qualsiasi altro presidente perseguire questa scelta che pare l’unica possibile.
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