Indice Rilevanza
I lavoratori del centro commerciale scrivono al Papa mettendo in evidenza il loro senso di alienazione
Si profila un passaggio di consegne nella gestione del Centro commerciale tiburtino. Lunedì 7 luglio la rappresentativa del Consiglio al Consiglio di amministrazione di Unicoop. Si chiedono garanzie per i lavoratori nel passaggio a Conad come dice un comunicato stampa:
In una lettera trasmessa a Papa Bergoglio i lavoratori delle due cooperative che da dieci anni lavorano al centro commerciale tiburtino chiedono sostegno al Santo Padre sulla loro ventilata cessione ad altra società che dovrebbe prendere in gestione le attività dello Shopping Center. Il testo è stato lanciato da un’agenzia stampa, Omniroma, e proposto anche dal quotidiano La Repubblica web.
Si evidenza da parte di questi lavoratori che la dedizione e la piena disponibilità al lavoro non sono sufficienti per difendere il proprio lavoro. La preoccupazione che si percepisce chiaramente consiste nel fatto che qualsiasi nuovo gruppo societario dovesse intraprendere la direzione dello Shopping Center potrebbe lasciare a casa parte del personale o mostrare insofferenza dal fatto che insieme a una struttura e alla difficoltà di farla funzionare in una fase di crisi non possono essere cedute anche le unità di personale come erano nella precedente gestione che lascia.
La sensazione dei lavoratori è quella di essere trattati come merci. Ceduti. Trasmessi al nuovo acquirente come un pacco che non conviene più e lasciato alla fortuna o l’intraprendenza dei nuovi arrivati.
La riflessione è anche sulle limitatissime facoltà di chi si sente sempre più ingranaggio, sempre più cosa ceduta e venduta. Come se la capacità di azione positiva in cui è consistito il lavoro di queste persone non conti nulla.
A contare allora deve essere l’azione direttiva della città in grado di dare servizi, nuove cittadinanze, ragioni per cui un’attività commerciale tanto grande dovrebbe avere un senso nel pieno della via Tiburtina dove sussiste un grande passaggio di veicoli, ma di interessi completamente diversi da quelli della vendita di prodotti al dettaglio. Anche in questo è importante il nuovo disegno della città che deve trovare nel centro commerciale, nel palazzetto dello sport, nella multisala cinematografica e in tutto ciò che circuita in quel grande plateatico il vero grande crogiolo della città, il suo elemento di incontro e di coesione tra cittadini dei diversi quartieri che si sono sempre vissuti come distanti e diversi. La crisi può essere l’occasione di una svolta.
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