Guidonia ha sempre seguito le percentuali nazionali che oggi sono vulgate dai sondaggi. Non dovrebbe fare troppa differenza per la Città dell’Aria. La differenza, come sempre, riuscirà a farla il candidato. E questo è certo. Ma nel dire questo si deve mettere in evidenza la stanchezza e il timore con le quali i cittadini si apprestano a questa tornata elettorale.

Si dovranno evitare, quindi, ragionamenti di schieramento precostituito. Inutile fare il richiamo al voto di appartenenza. Quello se c’è esce naturalmente.

Decisivo invece parlare ai cittadini esponendo i programmi senza infingimenti. L’elettorato ha bisogno di chiarezza su alcuni architravi sostanziali. Innanzitutto l’emergenza ambientale. Si continuerà la strenua lotta contro l’impianto TMB oppure si cercherà di cavarne le condizioni migliori per la città?

Ma una delle poste in gioco più alte che graverà in campagna elettorale consisterà nel futuro del Car. Finora il grande centro annonario, in predicato di espandersi, ha avuto l’attuale governo della città come interlocutore e come è naturale. Nelle logiche imprenditoriali è chiaro che preferirà nel futuro avere a che fare con gli stessi interlocutori. Ma quello che vogliono quelli del Car non è detto corrisponda ai voleri dei cittadini. Si dovranno fare patti chiari e, cosa più importante, recedere dall’atteggiamento affabulatori di promettere quindicimila posti di lavoro. Si tratta di una cifra improbabile, se non impossibile da ottenere. Anche qui si dovrà usare chiarezza e pretenderla nei confronti degli importanti interlocutori. Ciò al fine di evidenziare ciò che va fatto. Evitare il gioco delle promesse impossibili. La gente non ci crede più. E appena sente – “faremo”, “otterremo”, “realizzeremo” – fa scattare automaticamente lo scetticismo di difesa.

Il migliore attacco, quindi, sarà la chiarezza e l’aderenza al reale, articolazione essenziale del legame logico al possibile.